Una tavoletta quasi quadrata, un tappeto di rose su sfondo bianco, due corridori in miniatura che percorrono un metro da sarto obliquo. Pensateci: qui c’è tutto. La Corsa Rosa (il giornale rosa da cui la maglia rosa), la distanza (centimetrica), i duellanti, il resto è immaginazione.
E’ il Giro d’Italia. E’ un Giro d’Italia. E’ una rappresentazione, un’interpretazione, una figurazione della corsa che dal 1909 unisce Italia e italiani, e gli italiani all’Italia, e l’Italia agli italiani. Molto più di uno sport. Infatti è spettacolo e anche, come in questo caso, arte.
E’ il caso – questo di fantasia e ricordi, mani e cuore – di Fernanda Pessolano. Romana, artista, ha creato “Giro giro Tondo”, una mostra di teatrini e installazioni, idee e intuizioni, cartamodelli e giocattoli, libri e dischi, slanci artistici e schede poetiche, materiali riciclati e molto altro ancora, tutto dedicato alla bicicletta che è la felicità a due ruote, allo sport della bicicletta che è il ciclismo, e al meglio del ciclismo italiano (e non solo) che è il Giro d’Italia.
Pessolano dice di giocare per istinto, per natura, per carattere, giocare per piacere e a volte anche per disperazione, giocare perché è il suo modo di esprimersi e collegare, incantare e sedurre, giocare perché per anni – giocando – ha promosso la lettura fra gli studenti e indirizzato le energie fra i disagiati, giocare perché il Giro d’Italia è un grande gioco che dà identità nazionale e appartenenza internazionale. Da Luigi Ganna, il vincitore del primo Giro nel 1909, fino a Pippo Ganna, il grande favorito alla conquista della prima maglia rosa al Giro del 2023.
“Giro giro Tondo” è in mostra a Roma, al Teatro di Villa Torlonia, da oggi 5 maggio fino a domenica 7 maggio, dalle 16 alle 20, ingresso libero, in collaborazione con Teatro di Roma e Biblioteca della Bicicletta Lucos Cozza.
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