Ci sono almeno quattro buoni motivi per acquistare “Piemonte Bike”, guida completa agli itinerari, piste ciclabili, ciclovie e ciclostrade del Piemonte.
Il primo buon motivo è il Piemonte. Se avesse il mare, si potrebbe stare lì tutta la vita e amen. I piemontesi hanno sempre considerato la Liguria come il loro mare, pur con quella faccia un po’ così e quell’espressione un po’ così. A parte il mare, il resto c’è. Montagne, colline, morene, fiumi, canali, laghi, pianura. Dunque salite, discese, strade, vie, sentieri, circuiti, traversate, piste più o meno protette.
Il secondo buon motivo è la casa editrice. Ediciclo è nata con il ciclismo, spiegando passi e valichi, analizzando forcelle e selle, radiografando strappi e muri, stilando pendenze e distanze, e anche se poi ha pubblicato biografie e saggi, romanzi e antologie, non ha mai dimenticato la sua origine stradale, la sua ispirazione avventurosa, la sua vocazione viandante.
Il terzo buon motivo è l’autore. E’ una vita (la sua) che Albano Marcarini si dedica a scrivere guide, a piedi e in bici, con uno scrupolo, un’attenzione e una precisione maniacali. Gli ho pedalato a fianco, l’ho anche visto all’opera, traduttore dei viaggi, interprete delle tappe, artigiano della transumanza.
Il quarto buon motivo è proprio questa guida: sette capitoli (i grandi itinerari interregionali, lungo il Po, lungo gli altri fiumi, nelle pianure e intorno alle città, sulle colline e nelle campagne, sulle strade dei vini, vallate e montagne), 352 pagine, 25 euro con tutto il corredo di dati, foto, mappe, note, info. Volete cimentarvi nella Cuneo-Pinerolo di memoria coppiana? C’è. Volete misurarvi sulle Francigene ciclabili? Ci sono. Volete provare il Monsterrato? C’è. Volete rincorrere la corrente del Po? C’è. Volete esplorare il Circuito degli Infernòt? C’è. Volete tracannarvi il Tour del Brachetto? C’è. Volete...
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