Elia Viviani non si è mai nascosto e non ha certo intenzione di farlo ora. Quest’anno non è ancora riuscito ad alzare le braccia al cielo e la voglia di sbloccare quello “zero” dalla voce “vittorie stagionali” comincia ad essere tanta. Oggi, al Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria 2023, l’opportunità è ghiotta, perché il percorso è adatto ai velocisti e perché non dovrà vedersela coi grandi treni degli sprinter che solitamente monopolizzano gli appuntamenti più prestigiosi.
Reggio Calabria - che attende la corsa con grande fermento, con quasi 50 giornalisti e fotografi locali accreditati - lo ha accolto come una star, dal momento che correrà con la maglia della Nazionale Italiana e indosserà il n°1, conquistato grazie alla vittoria dell’ultima edizione organizzata, datata 2012, quando era un 23enne di belle speranze.
«Sono passati tanti anni da quella vittoria, nel mezzo mi sono tolto tantissime soddisfazioni ma ho anche avuto qualche stagione storta - ha spiegato Elia -. L’inizio di questa sembra essere una di quelle, ma la gamba sta migliorando e ho voglia di cominciare a raccogliere qualcosa. Correrò con il n°1 e con la maglia della Nazionale, che di solito mi porta bene, e l’ultima salita di giornata si chiama Sant’Elia. Insomma, ci sono gli elementi giusti per sbloccarsi e provare a dare un’altra direzione a questo 2023. Come si suol dire vincere aiuta a vincere, ma bisogna anche cominciare a farlo».
A spalleggiarlo avrà una squadra non giovane, giovanissima, composta da corridori nati tra il 2001 e il 2004, vale a dire Gianmarco Garofoli, Bryan Olivo, Alessio Bonelli, Niccolò Galli, Dario Igor Belletta e Andrea Raccagni Noviero. «Vestire la maglia azzurra, per me, vuol dire essere in famiglia, è l’unica squadra che tieni per una carriera intera. Correrò con una squadra giovanissima, tutti nati tra il 2001 e il 2004, quindi ben lontani da me. Mi piace parlare con loro, in bici o a cena, anche perché sono convinto che di talenti ne abbiamo tanti anche noi, e la crescita passa anche da gare come queste».
La corsa, però, non è del tutto scontato finisca in volata. A 44 km dall’arrivo, infatti, verrà scollinato il monte Sant’Elia (5 km al 6%), che potrebbe invogliare qualcuno a tentare la sorte da lontano: «Non avevo ricordo di averla fatta, ma mi hanno detto che c’era anche quando ho vinto nel 2012 - prosegue Elia -. Ieri siamo stati in ricognizione, mi aspetto che qualcuno attaccherà per staccare noi velocisti, soprattutto nella seconda parte di salita dove dovrò tenere duro. La discesa è tecnica, non sarà facile rientrare lì, ma una volta arrivati sulla costa tirrenica ci sono più di 30 km per eventualmente provare a tornare sotto».
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