Caro direttore, da tempo avevo intenzione di esprimere un mio personalissimo parere sul ciclismo giovanile e sulla gestione dei giovani atleti. Nei mesi scorsi alcune interviste (CT Salvoldi, ex CT Cassani, ex Professionisti Petrucci e Benedetti, ma non solo….) mi hanno spinto a scrivere queste righe.
Per i tanti che non mi conoscono sono Massimo Benotto ed ho l’onore ma anche l’onere di ricoprire, da 14 anni, la carica di Presidente della Ciclistica Rostese che da 64 anni dedica la propria attività al ciclismo giovanile ed in particolar modo negli ultimi 3 anni tessera oltre 140 atleti dalla categoria G0 alla categoria Under23/Elite sia su Strada che MTB. Pertanto ritengo, sicuramente con parecchi errori commessi, di avere un minimo di esperienza e di conoscenza del ciclismo giovanile. Prima di diventare Presidente, sono stato un atleta (non di grande spessore), poi Direttore Sportivo dall’età di 19 anni oltre che dirigente.
Tra le altre cose, ho la fortuna di avere come socio della mia azienda uno dei nipoti del Grande Campione Piemontese Giovanni Valetti che vinse 2 Giri d’Italia (1938-1939) ed 1 Giro di Svizzera (1938).
In quel periodo storico, ma non solo, le cascine in campagna avevo quasi tutte una fossa di qualche decina di metri quadri in cui venivano raccolto il letame degli animali ed escrementi vari. Immaginate quindi un perimetro di circa 30-50 metri a seconda della grandezza della fossa!
Quando Valetti guardava le gare in televisione oppure le gare giovanili direttamente sulla strada e sentiva elogiare gesti ed imprese di giovani o meno giovani corridori da parte di cronisti, di giornalisti, di genitori, di dirigenti, di Direttori Sportivi o semplicemente di appassionati esprimeva molte volte la seguente frase in piemontese: “a la gnanca vinciù el Gir dla Tampa dla drugia” ovvero “non ha nemmeno vinto il Giro della fossa del letame” e perché lo esaltano così tanto? Sicuramente grezzo come commento ma di una efficacia bestiale: inutile elogiare o vantarsi di vittorie e piazzamenti di prestigio ottenuti nelle categorie giovanili se questi corridori non hanno nemmeno vinto un Giro della fossa del letame.
Da quando la Rostese si è affacciata nella categoria Under 23 ho constatato il fatto di come questa categoria, a mio avviso, sia il primo scalino del ciclismo che conta, tutto quello che si è fatto ed ottenuto nelle categorie precedenti deve essere considerato solo ed esclusivamente come un allenamento propedeutico! Personalmente abolirei premi vittorie e piazzamenti fino agli Juniores!
La quasi totalità dei corridori che hanno vinto 50 gare da Giovanissimo, 15 da Esordiente, 10 da Allievo e 5 da Juniores o valori simili, quando passano Under 23 (se ne hanno la fortuna e la possibilità) devono azzerare completamente il loro palmares.
Con i miei occhi vedo spesso:
Direttori Sportivi dei Giovanissimi che prima della gara fanno compiere ripetute, prove di partenza da fermo, effettuare molti più giri di riscaldamento rispetto a quelli che faranno in gara, che consigliano ai propri corridori di “stare coperti” (ovvero a ruota). Genitori, sempre dei Giovanissimi, che a luglio fanno i massaggi ai propri figli. Utilizzo dei rulli in maniera ossessiva nella MTB, un tifo sfrenato, sfegatato, quasi da esaurimento nervoso nelle categorie G1-G2-G3! Presidenti di squadre giovanili che pensano che con il denaro si possa ottenere tutto quello che si vuole, promettendo e dando in comodato d’uso gratuito la biciletta da strada, da pista, da cronometro, abbigliamento, trasferte, ritiri pre-gara e di tutto di più. Genitori che spendono migliaia di euro per una bicicletta ultimo grido che farebbe invidia al più incallito dei cicloturisti.
Eppure i genitori, molto più che i corridori, si lasciano abbindolare spudoratamente da questa visione dello sport, nella speranza o meglio ancora nell’illusione di avere in piccolo Campione o Campionessa in casa, per poi pentirsi delle scelte fatte!
Cari genitori se i vostri figli o figlie avranno la fortuna e la possibilità di provare a fare qualcosa di concreto nel ciclismo e quindi passare Under23, saranno molte volte costretti, a seconda della squadra che troveranno, a correre con biciclette meno pregiate di quelle che fino a quel momento hanno utilizzato, molte volte dovranno pagarsi i punti per poter ottenere il nulla osta, altre volte dovranno pagarsi le spese di trasferta, a volte anche l’abbigliamento e non solo!
Credo quindi che tutti gli operatori del ciclismo giovanile, dai Presidenti (me compreso) a Direttori Sportivi e soprattutto ai genitori sia necessario gioire di tutti i risultati ottenuti senza esaltarsi e di stare tutti molto ma molto calmi, non illudersi, lasciare che il corridore faccia il proprio percorso di crescita psico-fisica, lasciare che sia un divertimento anche se man mano che crescono questo divertimento diventa sempre più serio.
Consiglio a tutti quelli che ruotano intorno al ciclismo giovanile, ma direi anche allo sport generale, di guardare il film “Una famiglia vincente” che narra le vicende delle sorelle Venus e Serena Williams campionesse indiscusse del Tennis Mondiale.
Tre concetti che condivido pienamente: divertimento, umiltà e soprattutto non accettare offerte da parte di chi vuole solo approfittare del momento. Tutto questo fino a quando i vostri figli non avranno dimostrato di aver vinto qualcosa in più di un semplice GIR DLA TAMPA DLA DRUGIA!
Massimo Benotto