Un nuovo figlio della Sicilia, un altro ragazzo che lascia la sua terra per inseguire l sogno di diventare grande con il ciclismo. Carlo Sciortino è nato l’11 agosto 2004 e risiede a Bagheria, provincia di Palermo, e si racconta per tuttobiciweb.
Da dove parte il 2023 di Carlo Sciortino?
«Riparto da una guida saggia e sicura come quella di Cesare Turchetti: credo fermamente nel progetto della Gallina Ecotek Lucchini Colosio».
Cosa rappresenta per te il ciclismo?
«È una passione, qualcosa che amo maledettamente».
Esiste la “componente fortuna” in questo sport?
«È innegabile che abbia un ruolo di rilievo, ma io personalmente non me ne curo perché sul caso non abbiamo alcun potere».
Esiste un ascensore per la gloria?
«Assolutamente no, io credo che nel ciclismo nulla arrivi senza fatica, nulla si conquista senza pianificare allenamenti e sudore».
Ti fa paura il ritmo vorticoso del ciclismo moderno?
«No, se un corridore ha delle qualità prima o poi raggiunge i suoi obiettivi: guardate cosa ha fatto Filippo Fiorelli, uno che non ha mai mollato. E per un ragazzo è importante anche la competenza del tecnico che lo guida».
Cosa pensi della scelta di alcuni giovani che, appena approdati al professionismo, hanno deciso di fermarsi?
«Non conosco i motivi che hanno portato a queste decisioni, rispetto il coraggio che hanno avuto nell’effettuare la scelta. Credo sia frutto delle pressioni che ci sono nel ciclismo attuale, ribadisco che la guida di un tecnico preparato aiuta molto. Io personalmente spero di non vivere mai una situazione del genere: interrompere un sogno dopo mille sacrifici, credo che ci si debba pensare mille volte».
Come tutti i ragazzi del Sud sei stato costretto ad emigrare: cosa pensi che manchi al ciclismo meridionale per essere competitivo?
«Credo che i costi eccessivi e la mancanza di sponsor che supportano i team siano la prima causa: per una famiglia portare il figlio a praticare questo sport è un impegno non indifferente, ho visto i sacrifici che la mia famiglia affronta e, credetemi, non è affatto semplice».
Hai mai pensato di non essere all'altezza o di mollare? E c'è qualcosa che ti fa paura nel ciclismo?
«Nei momenti di difficoltà avuti nel 2022 (anche a causa del covid) stavo mollando, ma non riesco a stare lontano dalla mia passione: caratterialmente sono testardo, vado sempre dritto su gli obiettivi che mi sono prefissato.Quello che mi fa paura è l'incapacità, l'incompetenza, la mancanza d'altruismo, l'arrivismo a tutti i costi».
Cosa succede a Carlo Sciortino se non si realizza il sogno ...
«Per adesso il diploma è il mio primo obiettivo, con la mia famiglia stiamo pianificando il futuro, però preferisco non parlarne».
Un’ultima domanda: come descriveresti Carlo Sciortino?
"«Un folle ragazzo che in maniera umile e consapevole sa che i sogni si trovano soltanto dalla parte opposta della paura e sono figli unicamente del sacrificio».
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