Si può fare ogni analisi o discorso possibile, ma il grande argomento della Parigi-Nizza 2023 è senza ombra di dubbio la rinnovata sfida tra Tadej Pogačar e Jonas Vingegaard. Dopo lo straordinario testa a testa dell’ultimo Tour de France, i due si sono ritrovati solamente a Il Lombardia, dove però il danese era lontano parente di quello visto in Francia. C’è quindi curiosità per vedere se questa “Corsa verso il Sole” sarà effettivamente un succulento antipasto della prossima Grande Boucle, dal momento che potrebbe anche essere l’unica occasione in cui i due si incontrano prima di luglio. Le premesse sono buone, entrambi hanno fatto man bassa di vittorie in questo primo mese di gare.
PERCORSO
Si partirà con una frazione adatta ai velocisti con partenza e arrivo a La Verrière, per 169,4 km senza praticamente nessuna asperità degna di nota. Stesso copione per la seconda giornata di corsa, la Bazainville-Fontainebleau di 163,7 km, che darà subito una seconda chance agli sprinter. Le cose cominceranno a farsi interessanti con la cronosquadre del terzo giorno, 32 km ad anello con partenza e arrivo a Dampierre-en-Burly e praticamente solamente 3 curve in tutto il tracciato. Le squadre più attrezzate avranno l’occasione di fare una grossa differenza, ancor di più con l'innovativo regolamento testato per la prima volta proprio in questa Parigi-Nizza. Il tempo al traguardo, infatti, verrà preso sul primo corridore, e non sul quarto o quinto come accade solitamente, e questo spingerà le squadre ad adottare una tattica ben precisa e avere chiaro in testa chi è il capitano. Occhio quindi alle sorprese.
La classifica assumerà però un aspetto più chiaro dopo la quarta tappa, che da Saint-Amand-Montrond porterà i corridori alla salita finale di La Loge des Gardes (6,8 km al 7%) dopo 164,7 km e, senza dubbio, darà una bella scremata a tutto il gruppo. Nella quinta tappa, invece, dovrebbero tornare protagonisti i velocisti, con la Saint-Symphorien-sur-Coise - Saint-Paul-Trois-Châteaux di 212,4 km: l’inizio è ostico, con 3 GPM nei primi 35 km, ma poi la strada spiana e i pedalabili Col du Deves e Côte d'Aleyrac negli ultimi 40 km non dovrebbero spaventare gli uomini veloci. La tappa è lunga, quindi non sarà facile da controllare in caso di fuga da lontano ben nutrita.
La sesta tappa, invece, sembra essere disegnata proprio per gli attaccanti, con 197,4 km da Tourves a La-Colle-sur-Loup molto nervosi, soprattutto nella seconda parte di frazione. Negli ultimi 30 km, infatti, i corridori si troveranno di fronte la Côte de La Colle-sur-Loup (2 km al 9,7%) e lo strappetto di Tourrettes-sur-Loup (500 metri all'8,8%), che invoglieranno senza dubbio qualche corridore in cerca di una vittoria di tappa a muoversi.
Il gran finale della Parigi-Nizza sarà, come di consueto, per cuori forti. La penultima tappa vedrà uno scontro diretto tra gli scalatori, con partenza da Nizza e arrivo in salita al Col de la Couillole (15,8 km al 7,3%) dopo 142,9 km: la salita è lunga e regolare, chi ne avrà di più troverà lo spazio per fare la differenza. E poi ci sarà la classica, breve ma intensissima Nizza-Nizza, che negli ultimi anni ci ha regalato alcuni dei momenti più adrenalinici della stagione. In rapida successione andranno affrontati la Côte de Levens (6,2 km al 5,8%), la Côte de Châteauneuf (5,4 km al 4,5%), la Côte de Berre-les-Alpes (6,5 km al 5,8%), la Côte de Peille (6,6 km al 6,9%) e il mitico Col d'Eze (6,1 km al 7,6%), prima della picchiata di 16 km verso Nizza. Con la classifica generale ancora in bilico, è lecito attendersi fuochi d’artificio.
(altimetrie in copertina)
FAVORITI
Come appena visto, Tadej Pogačar (UAE Team Emirates) e Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma) troveranno tutto lo spazio necessario per attaccarsi e dare modo a noi, seduti in poltrona, di goderci un bello spettacolo. Tutti gli altri, al loro cospetto, rischiano quasi di essere considerati dei comprimari ma, magari, proprio per quel dualismo che tutti si aspettano, qualcuno potrà provare a sgattaiolare via senza dare troppo nell’occhio, soprattutto con un percorso non di facile interpretazione.
Ecco quindi che Simon Yates (Team Jayco AlUla), David Gaudu (Groupama-FDJ), Daniel Martinez (Ineos Grenadiers) e Romain Bardet (Team DSM) potrebbero provare a sfruttare le minori attenzioni che inevitabilmente avranno addosso per andare a caccia di un colpaccio. Un passo più indietro, ma comunque chiamati a farsi trovare pronti, sono Jack Haig, Wout Poels (Bahrain Victorious), Neilson Powless (EF Education-EasyPost), vincitore dell’Etoile de Besseges, Matteo Jorgenson (Movistar), vincitore del Tour of Oman, Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo), Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers) e Maximilian Schachmann (Bora-hansgrohe), che questa corsa l’ha vinta nel 2020 e nel 2021, Kevin Vauquelin (Arkéa-Samsic) e Ion Izagirre (Cofidis).
Anche tra i velocisti è lecito attendersi grande bagarre, con Tim Merlier (Soudal-QuickStep) che avrà una squadra tutta per lui con l’obiettivo di arricchire il suo già interessante bottino stagionale. A sfidarlo ci saranno Sam Bennett con Danny Van Poppel (Bora-hansgrohe), Arnaud Démare (Groupama-FDJ), Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck), Alexander Kristoff (Uno-X), Cees Bol (Astana Qazaqstan), Max Kanter (Movistar), David Dekker (Arkéa-Samsic) e altri corridori che definire sprinter è altamente riduttivo, come il talentuosissimo Arnaud De Lie (Lotto Dstny), Michael Matthews (Team Jayco AlUla), Matteo Trentin (UAE Team Emirates), Jonathan Milan (Bahrain Victorious), Bryan Coquard (Cofidis), Christophe Laporte (Jumbo-Visma) e Mads Pedersen (Trek-Segafredo), i quali potranno provare ad essere della partita anche nelle tappe altimetricamente un po’ più complicate.
Per l’Italia, oltre ai già citati Trentin e Milan, andranno tenuti d’occhio Andrea Piccolo (EF Education-EasyPost) e Matteo Sobrero (Team Jayco AlUla), con quest’ultimo che però dovrà probabilmente mettersi a disposizione di Yates e Matthews.