Non poteva iniziare meglio la stagione di Simone Consonni. Il bergamasco della Cofidis si è aggiudicato l’ultima tappa del Saudi Tour 2023, con arrivo ai piedi del suggestivo Maraya, una struttura riservata allo spettacolo fatta interamente di specchi. Il finale era uno di quelli che piacciono a Consonni, con 300 metri leggermente all’insù abbastanza insidiosi da ingolfare i velocisti più potenti e pesanti ed esaltare quelli un po’ più leggeri e resistenti in salita. L’ex UAE è stato bravissimo a battezzare la ruota di Dylan Groenewegen, saltarlo, e poi resistere al ritorno degli avversari.
«Gli ultimi 50 metri sono stati un'agonia, una sensazione simile all'ultimo giro del quartetto alle Olimpiadi, quando avevo le gambe in croce e sono andato avanti per inerzia solo con la grinta» ammette ridendo Consonni. Per lui è la terza vittoria in carriera dopo una tappa al Giro di Slovenia 2018 e la Parigi-Chauny l’anno scorso: «Era un arrivo che mi piaceva, i velocisti che di solito in volate pianeggianti sono più rapidi di me oggi hanno fatto più fatica, ma ci voleva gamba e posizionamento. Sembra assurdo ma coi miei 75 kg oggi il rapporto peso/potenza era dalla mia parte. Sono felicissimo, l'anno scorso avevo chiuso in crescendo con una bella vittoria alla Paris-Chauny e visto che mi dicono spesso che mi piazzo ma vinco poco questa è una bella risposta. Finalmente si può dire che Consonni ha vinto. Ovviamente è una grande iniezione di fiducia in vista di tutto ciò che verrà e la conferma di quanto abbiamo lavorato bene questo inverno, quindi grazie alla squadra, al mio staff e a tutti quelli che mi vogliono bene».
Non si può certo dire che il campione olimpico abbia corso al risparmio questa settimana, visto che anche ieri, nell’impegnativo arrivo di Harrat Uwayrid, era lì a lottare con gli scalatori per provare a farsi valere anche in classifica generale. «Questa è una corsa che mi piace, l'anno scorso avevo chiuso 11° in classifica generale e quest'anno volevo migliorarmi – spiega ancora Consonni -. Così ho fatto (ha chiuso 7°, ndr), anche se speravo venisse fuori qualche ventaglio in più; le prime due tappe ho lavorato per Max Walscheid, mentre le ultime tre ho avuto carta bianca. La gamba in vista dell'Europeo di Grenchen è più che buona».
Il 28enne della Cofidis dovrà infatti fare un rapido settaggio mentale, perché dall’8 al 12 febbraio sarà al velodromo di Grenchen per provare ad arricchire la sua vasta collezione di medaglie: «Domani torno in Italia e, se non già domani sera, domenica sono a Montichiari per preparare l'Europeo. Il quartetto è disperso in tutto il mondo, alcuni ragazzi erano in Argentina, io e Jonny Milan qui in Medio Oriente. Avremo 3-4 giorni per ritrovare meccanismi e sintonia. C'è anche un po' di concorrenza interna ma il clima generale è ottimo».
Solo dopo la rassegna continentale potrà alzare leggermente il piede dall’acceleratore, visto che poi tornerà a correre a inizio marzo con Trofeo Laigueglia o Tirreno-Adriatico, e poi tutte le classiche fino alla Gent-Wevelgem. Per quanto riguarda i grandi giri, invece, quest’anno ha dovuto mettere d’accordo testa e cuore: «Avevo voglia di tornare al Tour de France, dopo averlo corso nell'anno anomalo del covid, ma quando ho visto la tappa del Giro nella mia Bergamo, pur non adatta alle mie caratteristiche, ho cambiato idea – ha concluso Consonni -. Se riuscissi a vincere una tappa al Giro potrei già dire che è stato un grande anno. Con questa vittoria in Arabia Saudita, intanto, il morale si è alzato decisamente. Proseguiamo su questa strada».