Iniziamo questa rubrica esaminando tre articoli o comportamenti tipici dei ciclisti, sanzionati o sanzionabili, condivisibili e non, per fare chiarezza a chi utilizza le due ruote, in modo consapevole!
Il “velocipede” intralcia il traffico, deve mantenere il più possibile la destra e soprattutto e rigorosamente, qualora fosse più di uno, deve stare in fila indiana!
Norme vecchie e desuete, che appartengono a un altro mondo, quando le bici erano poche e le strade deserte.
Norme che non educano gli automobilisti, che continueranno ad effettuare sorpassi “al millimetro”, anche quando il ciclista o i ciclisti provengano in senso contrario, lisciando loro i gomiti ed alzando loro battiti, adrenalina e sgomento per condotte che non possono che definirsi “criminali”!
In ogni caso, questo abbiamo e con queste regole dobbiamo convivere, finchè associazioni come la nostra “zerosbatti” non abbiano abbastanza clamore per chiedere il cambiamento!
Ecco quindi i primi tre articoli di questa rassegna, a partire dal più controverso, dibattuto, fonte di rivalse di automobilisti incazzati (per fatti loro ovviamente) e che inveiscono contro il ciclista che non sarà mai sufficientemente a…
1) DESTRA!! - ART. 143 CDS.
Tutti i veicoli devono tenere la destra… ma le bici ancora più a destra, e in caso di incidente la penna del vigile spesso va a punire il ciclista in modo del tutto presuntivo e pregiudizievole.
L’articolo infatti imporrebbe a tutti i veicoli di circolare sulla destra della carreggiata anche quando la strada è libera. Le biciclette però, specifica il codice, devono stare il più vicino possibile al margine destro della carreggiata.
Se la strada è divisa in due carreggiate separate a senso di marcia opposto, il ciclista deve percorrere quella di destra. Se la strada è a senso unico di circolazione nessun veicolo, bicicletta inclusa, può andare contromano.
La norma, che avrebbe lo scopo di rendere più sicura la circolazione e la convivenza tra i due veicoli, non tiene però conto di almeno due circostanze non trascurabili: le condizioni delle nostre strade e le oscillazioni naturali del ciclista.
Potremmo anche evidenziare una contraddizione dello stesso codice, che all’art. 148 imporrebbe all’automobilista che sorpassa il ciclista, di tenere conto di sbandamenti e condizioni della strada, mettendo in atto prima del sorpasso tutte le misure affinchè il sorpasso venga effettuato “in sicurezza”.
In caso di urto, responsabile sarà l’automobilista!
Quindi? A destra sì, ma tenendo conto di buche, tombini e altre oscenità che troviamo sotto le ruote… nel caso la multa si può impugnare e può costituire pretesto per far valere i diritti dei ciclisti.
Nel nostro progetto i ciclisti potranno viaggiare sì a destra, ma quando vi siano righe continue invalicabili dagli automobilisti che ne possano garantire l’incolumità, su strade ben asfaltate e sicure. Fino ad allora, il ciclista deve arrangiarsi, controllare a terra, guardarsi alle spalle, cercare di non oscillare anche quando buche, rami, vento e camion che sfrecciano a 90 orari ci fanno gelare il sangue!
Al fotofinish con la DESTRA vi è un altro tema, titolo, articolo che infiamma i bar del lunedi:
2) LA FILA INDIANA - ART. 182 CDS.
Per il nostro codice della strada la doppia fila non è consentita, salvo vi siano le condizioni e solo in centri abitati. Una norma già superata in molti altri paesi, meno ostili alle due ruote (Spagna, Olanda, Belgio) dove è stato dimostrato che la doppia fila dei ciclisti porta alcuni vantaggi in termini di sicurezza: 1) minor tempo da impiegare per il sorpasso (superare una fila di dieci è senz’altro più lungo di una doppia fila che dimezza la lunghezza e la durata del sorpasso)
2) maggiore attenzione dell’automobilista (in fila per due si è più visibili e si costringe l’automobilista ad attendere di superare solo quando accertato che dall’altro senso non provengono altri veicoli)
3) minori azzardi (l’automobilista si prenderà lo spazio necessario, evitando di rasentare la fila di ciclisti allineati)
In ogni caso, allo stato del nostro codice non è consentito e possibile multa in caso di violazione (nel caso c’è sempre la possibilità di impugnare con ricorso). Anche in questo caso, ci sentiamo di criticare, in modo acido e rivoltoso questa norma, vecchia e piena di ragnatele, che non vuole adeguarsi alla logica, oltre che al diritto di sopravvivenza dei ciclisti.
Viaggiare in fila per due è più sicuro per tutti, crea meno intralcio al traffico stesso e consente di allenarsi nel modo corretto, portando a casa la pelle. Siamo convinti che, salvo criminali veri, per ciascun automobilista investire, procurare lesioni o peggio uccidere un ciclista, che pochi istanti dopo torna a essere percepito come un “essere umano”, costituisca un colpo esistenziale dal quale difficilmente si può sopravvivere, quindi siamo si tutti sulla stessa corsia di viaggio!
3) LUCI E CATARIFRANGENTI: rendiamoci VISIBILI
Tutto da condividere invece l’obbligo dell’uso delle luci in bici, anche di giorno quando le condizioni lo richiedono, ciò che può fare la differenza tra tornare a casa integri o meno.
La sanzione massima è di 97 euro e il vigile zelante, in caso di incidente, spesso eleva e contesta, purtroppo anche per il “campanello”, ma ci sentiamo di incentivare l’applicazione delle luci, perché la visibilità del ciclista non è mai troppa e la frase più ricorrente riportata sui verbali di incidente stradali con vittime ciclisti è “non l’avevo visto”!
In caso di multa, da pagare perché non ci sono se o ma, né scusante alcuna, salvo la batteria che all’improvviso e senza preavviso ci ha lasciati (ma i nuovi sistemi sono dotati anche di avvisi che ci consentono diligentemente di provvedere!).
In ogni caso, quando abbiamo subito un incidente leggiamo attentamente il verbale redatto dalle Forze dell’Ordine e qualora vi siano contestazioni e relative sanzioni è opportuno verificarne la legittimità, poiché potrebbero, qualora ingiuste, compromettere il risarcimento del danno.
Sul prossimo articolo parleremo di telefonino, ciclabili e mani sul manubrio
Avv. Federico Balconi