“Sei grande, sei grande” è quello che gli ha ripetuto Jonathan Milan dopo aver ricevuto l’ufficializzazione della sua vittoria nella seconda tappa del Saudi Tour 2023. In effetti, il lavoro svolto da Andrea Pasqualon nella ventosa frazione di ieri è stato veramente “grande”, quasi avesse il dono dell’ubiquità. Quando si è scatenata la bagarre dei ventagli, infatti, l’atleta vicentino della Bahrain Victorious è rimasto al fianco di Santiago Buitrago, che non era riuscito a tenere le ruote del primo gruppo, e solo una volta che la corsa si è ricompattata, a meno di 10 km dalla fine, si è messo a disposizione di Milan. Come ha raccontato il friulano, Pasqualon sembrava avesse terminato il suo lavoro a 3 km dall’arrivo, invece a 500 metri dall’arrivo si è riportato davanti per dare l’ultima trenata a favore del compagno di squadra.
Dopo 6 anni in Intermarché, quindi, Pasqualon si è presentato nel migliore dei modi alla nuova squadra: «L'inverno è andato nel migliore dei modi, non aver avuto problemi è il modo ideale per iniziare la stagione - ha detto il 35enne di Enego -. Abbiamo fatto due training camp ad Altea e ho trovato un grande gruppo. Sono venuto qui per portare la mia esperienza, avevano bisogno di un corridore con le mie caratteristiche e voglio essere utile ai tanti giovani che abbiamo. Dopo tanti anni in una stessa squadra le cose tendono un po' ad appiattirsi, quindi credo sia normale voler provare a trovare nuovi stimoli e nuove esperienze. Qui in Bahrain-Victorious penso di essere nel posto giusto».
Con Milan sembra già essersi creata l’alchimia giusta, si cercano in corsa ma anche fuori. Andrea è pronto a scommettere sul giovane compagno di squadra, mettendo a disposizione tutto il suo know-how di 12 anni di professionismo: «Beh, è un campione olimpico, ha un potenziale enorme, come corridore mi piace tanto e come persona pure. Avete visto oggi quello che può fare. Penso possa essere performante anche nelle classiche perché sa difendersi nelle salite più semplici, anche se ovviamente per essere competitivi fino in fondo ci vuole anche esperienza. Ma tempo qualche anno ci arriverà, ha la forza e la potenza per farlo. Fidatevi di me».
L’anno scorso si è fatto apprezzare come prezioso ultimo uomo di Alexander Kristoff, cosa che potrà fare con continuità anche quest’anno. Ciò non toglie che, quando il contesto e il percorso lo permetteranno, la voglia di provare a togliersi qualche bella soddisfazione non manca. «Mi hanno chiamato soprattutto per lavorare, per fare l'ultimo uomo – continua il vicentino -. Come detto ci sono tanti giovani che stanno venendo su forte e ho voglia di aiutarli ad esprimere tutte le loro potenzialità. Un po' come ho fatto nella prima tappa con Dusan Rajovic, che ha fatto 2°, e oggi con Milan. Quello di apripista è un ruolo che mi piace, che può allungare la mia carriera. Le mie volate, invece, sono altre, più da gruppo ristretto. Quando si arriva a gruppo compatto preferisco mettermi a disposizione dei miei compagni. Il piazzamento conta fino a un certo punto, bisogna vincere».
Dopo la trasferta saudita Pasqualon è atteso da Vuelta a Andalucia, Omloop Het Nieuwsblad, Kuurne-Bruxelles-Kuurne, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo e poi via con tutte le classiche fino alla Parigi-Roubaix. Nonostante le 35 primavere, le gambe e la testa confermano che il tramonto è ancora lontano: «Ogni anno vado sempre più forte, nei finali che contano riesco ad esserci, fisicamente mi sento ancora fresco. E in questa nuova squadra credo ci siano in mezzi per crescere ancora. Sento di avere nelle corde qualche grande prestazione in arrivi importanti, spero di riuscire a dimostrarlo. A fine anno sarei veramente contento di aver alzato le braccia al cielo su un traguardo prestigioso, magari una tappa del Giro d'Italia o una bella classica».
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