Silvia Magri lascia la squadra Born To Win e approda al team Israel PremierTech Cogeas. Tutto è ormai pronto per il 2023: le bici Factor, le maglie azzurro e bianche con un tocco di rosa e un design tutto nuovo, e soprattutto tanta organizzazione societaria.
Silvia, capelli castani e occhi marroni, è reduce da una stagione difficile. Dopo il buon inizio col quinto posto a Montignoso e i piazzamenti da podio nelle tappe del Trofeo Ponente in Rosa per la signorina Magri sono iniziate le difficoltà: “Fino ad aprile – spiega la ventiduenne di Legnano – sono andata bene. I guai sono iniziati con la caduta alla Gracia Orlova, in Repubblica Ceca, che tra l’altro è una corsa che mi piace. Da lì la mia stagione è diventata uno stress e in seguito ho scoperto di avere la mononucleosi”.
Silvia si è accorta tardivamente della malattia che ha come sintomi più evidenti mal di gola e stanchezza, spesso difficile da allontanare in tempi brevi. “Avevo la mononucleosi ma continuavo ad allenarmi e non finivo le gare. Ne ha fatto seguito uno stop di due mesi nella fase estiva della stagione”.
Malgrado ciò Silvia ha catturato le attenzioni della Israel, team con base operativa in Svizzera abbinato alla squadra professionistica di Giacomo Nizzolo e altri vip. “La Israel - rivela Silvia – mi ha contattata quando ero in collegiale con la Nazionale a Livigno. Era il mio secondo ritiro con l’Italia del 2022”.
Da pochi giorni la passista veloce di Legnano ha concluso il primo ritiro con la Israel a Girona, in Spagna. Adesso Silvia si allena sulle strade di Lombardia e Piemonte, e frequenta spesso la palestra. “Andrò in palestra anche durante la stagione delle corse su strada, seppur una sola volta alla settimana”. Nello staff della Israel ci sono pure gli italiani Fabio Vedana, altresì noto come dirigente dell’attività su pista di Busto Garolfo, e Marco Sias. “Hanno rivoluzionato il mio sistema di preparazione e con loro mi trovo a mio agio”, assicura Silvia, che non parteciperà al secondo ritiro invernale del team in Spagna a gennaio. Infatti volerà in Australia il 5 gennaio per partecipare al Tour Down Under (inizierà il 14) e alla “Cadel Evans” il 28. “Mi fanno debuttare presto senza però assillarmi, consapevoli che devo riprendermi gradualmente dopo il 2022 difficile”. In febbraio disputerà la Vuelta Valenciana. “L’ho già fatta in passato, è una bella gara. Al termine della Valenciana lo staff farà le prime valutazioni sul mio rendimento anche per programmarmi il periodo successivo”.
Per Silvia esistono già delle certezze: “Ho ottime probabilità di gareggiare sugli sterrati della Strade Bianche, anche se non farò la capitana dato il percorso molto adatto a chi va forte in salita e magari a ragazze brave in gravel e ciclocross. Dovrei avere un ruolo più importante a Montignoso, corsa in cui nell’edizione 2022 ho sfiorato la vittoria, e poi al Trofeo Ponente in Rosa, dal 2023 internazionale. Il “Ponente” è la gara che mi ha dato più soddisfazioni coi piazzamenti nella stagione 2022, ha percorsi che mi piacciono tantissimo”.
Campionato del Mondo a parte, molte ragazze della generazione di Silvia sognano di trionfare al Giro delle Fiandre: “Io invece spero di crescere e vincere nei prossimi anni la Freccia del Brabante, il Trofeo Binda a Cittiglio, Trofeo Ponente in Rosa e delle tappe del Giro d’Italia. Logicamente sono corse in cui spero di arrivare davanti già nel 2023. Certo, sogno di mettermi in luce al Giro”. Gareggiare dal “Down Under” di gennaio alla Tre Valli Varesine (Silvia arrivò quinta nel 2021) dei primi di ottobre sembrerebbe troppo. “In realtà lo staff Israel saprà gestirmi senza sovraccaricarmi”.
Cosa prova una ragazza che vive nella Città del Carroccio a reclamizzare un noto Stato del medio oriente? “E’ un quesito che non mi sono mai posta. Ho badato più che altro al programma e alle garanzie tecniche del team Israel. Anche alla possibilità di crescere gradualmente senza assilli. Avverto l’esigenza di crescere ancora e con lo staff Israel che mi assiste minuziosamente sarà più facile”.
Diverse atlete di vertice praticano più specialità. Marianne Vos è plurititolata su strada e nel ciclocross e in passato ha vinto anche in pista, Lotte Kopecky sa vincere la Strade Bianche e i titoli mondiali nei velodromi, Elisa Balsamo la maglia iridata l’ha vinta in epoca recente su strada e col quartetto dell’inseguimento a squadre. Insomma, nell’immaginario collettivo la campionessa da multispecialità è sempre più considerata. Silvia va un po' controcorrente: “Mi piace la pista, l’ho praticata e la praticherò ancora. Tuttavia le mie nei velodromi saranno apparizioni saltuarie: ci andrò solo per allenarmi e migliorare lo spunto veloce. Voglio un’attività su pista propedeutica alla strada. In questo momento non ipotizzo un mio futuro da pistard alla caccia di titoli”. Che prototipo di “corridora” vuole rappresentare Silvia Magri ? “Spero col lavoro serie e intenso che già svolgo con la Israel di arrivare a dare il mio massimo possibile nelle gare per passiste veloci. Mi ritengo competitiva nelle corse in cui le salite sono brevi o di media lunghezza”. Il numero di italiane griffate Israel è in aumento. In squadra con Silvia dal primo gennaio ci saranno Sofia Collinelli, Lara Vieceli, Elena Pirrone. “Tutte ragazze forti e ambiziose. Penso che soprattutto Elena Pirrone andrà molto forte nel 2023”. Silvia ha scritto una lettera a Gesù Bambino: “Gli ho chiesto tanta serenità e numerose gioie sportive per il 2023”.
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