Fabiana Luperini è la prima donna italiana che diventa direttore sportivo in un team professionistico italiano, ovvero la Corratec. Fabiana, classe 1974, vanta un palmares straordinario da atleta ed è stata per molti anni la scalatrice più forte del panorama mondiale di un ciclismo femminile in fase di evoluzione. In Italia attualmente ci sono svariati casi di squadre maschili under 23 con donne nello staff tecnico: tra queste anche Colpack-Ballan e Overall – Tre Colli. Va tuttavia sottolineato che la prima donna al mondo che ha ricoperto l’incarico di direttore sportivo di un team professionistico maschile è stata la statunitense Robyn Morton (nella foto con Guido Bontempi, Riccardo Magrini e Paolo Rosola).
La signora Robyn Morton balzò alla ribalta nel 1984 dirigendo una squadra statunitense al Giro d’Italia. Quel team era la Linea MD-Gianni Motta. Gli statunitensi erano approdati in Italia appositamente per disputare il Giro d’Italia e fu possibile grazie alla sponsorizzazione del Mobilificio Diego Maggi di Porlezza (Como), noto appunto col brand Linea MD, e all’intervento tecnico ed economico dell’ex campione Gianni Motta, allora produttore di biciclette e abbigliamento sportivo. Anche il grande ammiraglio del Giro, Vincenzo Torriani, aveva avvallato la partecipazione del team statunitense alla corsa rosa. Gli alfieri di Gianni Motta e Diego Maggi servivano a Torriani come movimentatori delle tappe definite di trasferimento, prive di bagarre per la classifica. Il più forte tra i nove corridori diretti dalla signora Morton e pronti a salire sulle bici Gianni Motta – Personal era Karl Maxon, attitudinalmente passista.
Un team interamente composto da statunitensi seppur privo di campionissimi ma con una donna direttore sportivo e soprattutto Gianni Motta sponsor e dirigente tecnico destava parecchia curiosità. Infatti prima che il Giro scattasse da Lucca l’ex campione Gianni Motta e i suoi corridori con maglie blu-bianco-rosse come la bandiera USA vennero invitati a partecipare ad un magazine sportivo in onda su Canale 5. Gianni portò i suoi corridori negli studi tv di Milano 2 e nella trasmissione condotta da Cesare Cadeo, personaggio importantissimo per le strategie televisive di Berlusconi, venne dedicato molto spazio ai corridori. E anche Adriano De Zan e gli inviati Rai in generale durante il Giro ’84 parlarono spesso della squadra statunitense grazie a Gianni Motta che oltre a consigliare tecnicamente Robyn Morton era perfetto uomo-immagine. Le testate cartacee fecero la loro parte nel promuovere Gianni Motta e i suoi boys.
Durante il Giro d’Italia al seguito dei 9 corridori con la signora Robyn c’era altresì il marito. Trattandosi di un personaggio privo di incarichi tecnici, il marito della Morton venne presto soprannominato “turista”. Nel personale della Linea MD – Gianni Motta c’erano addetti ai lavori divenuti in seguito popolari. Tra questi anche il massaggiatore Roberto Pregnolato, prediletto da Marco Pantani negli anni successivi. Robyn Morton seguiva la tappa sulla prima ammiraglia. Spesso Gianni utilizzava invece una vistosa Volkswagen Maggiolone Cabrio bianca sul percorso delle tappe.
La Linea MD – Gianni Motta recitò dignitosamente il ruolo da squadra “garibaldina”. Ad esempio nella quarta tappa, da Bologna a Numana, 238 chilometri, ci fu la lunghissima fuga di Karl Maxon tra Romagna e litorale adriatico marchigiano. Il capitano della Linea MD – Gianni Motta venne riacciuffato dal gruppo negli ultimi chilometri e poi sul traguardo di Numana trionfò l’elvetico Stefan Mutter. Il Giro d’Italia 1984 è passato alla storia per la vittoria di Francesco Moser ottenuta in virtù del rendimento a cronometro, con Laurent Fignon nobilissimo sconfitto. La corsa rosa 1984 terminò nell’Arena di Verona straripante di folla. Anche diversi corridori della Linea MD – Gianni Motta raggiunsero il traguardo dell’Arena: Robyn Morton li aveva preparati bene.