PROVVIGIONI D'IRLANDA. NORMA GIMONDI SI DIMETTE E PARLA, DAGNONI TACE

POLITICA | 29/08/2022 | 09:12
di Pier Augusto Stagi

Le ha date. Norma Gimondi ha rassegnato ufficialmente ieri pomeriggio le dimissioni. Fine della sua esperienza politica in questo Consiglio Federale, che a questo punto deve risponderne pure lui, deve scegliere se garrulo finire contro un blocco di ghiaccio prima che la calotta artica si sciolga o proseguire imperterrito a difendere l’indifendibile, perché comunque andrà a finire, la figura di palta è stata fatta.


Il dado è tratto e la “Gazzetta dello Sport”, assieme al “Corriere della Sera”, aggiungono oggi una nuova puntata dando voce alla dimissionaria figlia di Felice. Vi consiglio di andare in edicola e leggere la paginata rosa, così come vi consiglio anche Marco Bonarrigo sul Corrierone.


«È iniziato tutto il 18 giugno – racconta Norma Gimondi a Davide Romani -: siamo stati convocati in Consiglio Federale per l’approvazione del bilancio consultivo e ho deciso di non approvare. Il 10 giugno avevo chiesto il dettaglio dei contratti di sponsorizzazione della Federazione ma mi è stato fornito solo un file excel riassuntivo. Era l’antipasto di quanto successo poi in questo mese...».

Quando ha scoperto dell’esistenza dell’irlandese Reiwa?

«Il 4 agosto la Federazione ci ha inviato il verbale del 18 giugno. Il giorno dopo lo leggo e scopro l’esistenza di un nuovo punto di cui non si era discusso. Il punto 3.6 prevedeva di delegare al presidente Dagnoni la sottoscrizione dell’accordo per procacciamento d’affari tra la Federazione e la società Reiwa determinando in favore della stessa una provvigione di 106 mila euro».

Enervit nei giorni scorsi ha però smentito ogni intermediazione… Reiwa ha detto di non aver mai sottoscritto contratti e a Federazione ha poi ammesso che non c’è alcun contratto e che nulla è stato pagato.

«Peccato che il 22 agosto il segretario generale ha mandato una bozza di verbale del Consiglio del 6 agosto dove si ammette che di Reiwa non si era parlato nella seduta del 18 giugno: il nominativo della società è stato indicato alla segreteria generale solo dopo e, pertanto, i contatti con la società erano stati successivi al consiglio federale di giugno. Quella delibera non è mai esistita, come la relativa votazione». E via di questo passo: un’intervista tutta da leggere, dove Norma con grande onestà intellettuale riconosce anche qualche suo errore. Per quanto mi riguarda, la invito a non commetterne un altro: non si dimetta dalla Giunta Coni. È stata eletta. Al fianco di Giovanni Malagò – mi auguro che la Procura Federale della Federciclismo dormiente si animi e lo stesso faccia pure il Coni – si troverà sicuramente meglio. È donna di sport, nel salotto dello sport italiano potrebbe trovarsi meglio.

Detto questo, c’è anche Bonarrigo, che raccoglie il pensiero di Norma e ricorda le parole del presidente Cordiano Dagnoni, che al Corriere spiegò che la società irlandese serviva a pagare «procacciatori italiani non in grado di produrre fattura».

Insomma, c’è tutto. C’è molto. C’è il necessario per togliere il disturbo allegramente. C’è molto per metterci mano, c’è materiale per una Procura della Repubblica e quant’altro. Una cosa è altrettanto certa, ci sono delle domande alle quali mancano ancora delle risposte. Tuttobiciweb le ha poste il 18 agosto scorso, la “Gazzetta” le ha riproposte anche oggi, con il suo vice-direttore Pier Bergonzi: «Dagnoni deve ancora spiegare a quali mediazioni si riferiscono (l’Enervit, ad esempio, ha preso le distanze) i 106 mila euro alla società irlandese Reiwa Management Limited, che figuravano nella delibera contestata da Norma Gimondi. E soprattutto chi sarebbero stati i beneficiari finali delle provvigioni?

L’inopportunità dell’operazione (perché rivolgersi a una società irlandese?) è evidente, come dovrebbe essere evidente che la trasparenza è una necessità. Ma leggendo quello che si è detto sabato prima che il Consiglio venisse sospeso, il governo del ciclismo in questo momento più che una finestra di vetro trasparente, sembra uno specchio sul quale qualcuno prova ad arrampicarsi.

Caro Dagnoni, la sua passione (grande) per il ciclismo non basta. Risponda alle più elementari domande che ci stiamo facendo. Lo deve a tutto il movimento del ciclismo».

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COMMENTI
......
29 agosto 2022 11:36 berto
Che vomito!!!!!!

Dagnoni
29 agosto 2022 11:53 Aleimpe
Temo che Dagnoni rimarrà fino a dopo Parigi 2024

Mai stupirsi
29 agosto 2022 12:09 angelofrancini
Caro Pier, quanto esce da questa storia é la fotocopia della gestione dell'ultimo quadriennio del Comitato Regionale Lombardo: ho potuto svolgere il ruolo di vicepresidente solo negli ultimi 4 mesi del quadriennio, anziché nel biennio successivo alla scomparsa del compianto Borghetti, ma lo possono testimoniare i vari componenti di quel direttivo Perego, Pioselli, Zini. Questo per capire che il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
Non mi stupisce affatto la querelle del verbale modificato: in quei quattro mesi di vicepresidenza ho constatato la sparizione di un verbale di consiglio e l’apparizione di un buco di bilancio (solo in fase di passaggio delle consegne al nuovo Presidente regionale Pedrinazzi) del quale al direttivo del CRL nulla era stato comunicato: la conferma è nel resoconto presentato all’assemblea elettiva di dicembre 2020.
Tu auspichi l’intervento della Procura federale: organismo composto nella totalità da soggetti che non possedevano tutti i requisiti statutari per essere eletti.
La composizione di questo organismo non garantisce nessuno, affiliati e tesserati, del rispetto della normativa statutaria e regolamentare federale che è l’unica che la Procura Federale e gli Organi di Giustizia endofederale hanno l’obbligo di seguire ed applicare.
Sovente nei giudizi innanzi gli altrettanto illegittimi Organi di Giustizia federale questi componenti la Procura federa rinunciano al ruolo loro assegnato dallo Statuto e dal Regolamento di Giustizia, ossia essere garanti del rispetto e della piena applicazione di dette norme, di svolgere la funzione requirente (la parte del pubblico ministero nei processi ordinari) lasciando tale incombenza al rappresentante dello studio legale che assiste a FCI, che mai si cala nella parte di garante del rispetto dell’applicazione delle predette norme…
Chiedi ad alcuni professionisti a te vicini quali l’avv. Fiorenzo Alessi e l’avv. Carlo Iannelli…
E non parliamo della Giustizia esofederale, ossia quella in mano al Coni, una cosa “imbarazzante” come lo stesso componente di Giunta Coni avv. Gravina, presidente Federcalcio, ha avuto modo recentemente di affermare in una Giunta.
Dalla Giustizia sportiva non ti devi e non ci possiamo attendere nulla: l’autonomia che lo Stato ha dato a questa parte della giustizia si basa sulla piena osservanza dei regolamenti sportivi (nazionali ed internazionali) cosa che raramente avviene, specialmente nel ciclismo.

Esito in sospeso
29 agosto 2022 13:11 Bullet
Si fatica a capire se c'è stato un vero tentativo di operazione illegittima e "paga" chi l'ha segnalato o c'è in gioco una partita a più ampio spettro. Ce lo diranno i prossimi mesi se cambia qualcosa o è uscito dalla federazione l'unico nome che rappresentava la storia del ciclismo.

indagini
29 agosto 2022 13:50 siluro1946
L'avv.ssa Gimondi dovrebbe adeguarsi e prendere il nome della madre. Perché i "magistrati inquirenti" risultano essere due giornali e due giornalisti nemici giurati del ciclismo? Chi è il Corvo?

Ma basta
29 agosto 2022 15:15 lupin3
Ma é possibile che sti "ladri di polli" siano ancora in sella?

Sondaggio
29 agosto 2022 15:45 frakie
Propongo un sondaggio-referendum tra i lettori di Tuttobici: chi vuole a casa dagnoni?, chi vuole presidente la signora Gimondi? personalmente , pur non conoscendola, la sosterrei senza problemi. Quell'altro va comunque cacciato per manifesta incapacità gestionale. Ha fatto più danni lui al ciclismo in un paio di giorni, che due anni di covid.

x frankie
29 agosto 2022 17:35 siluro1946
Sempre e comunque Dagnoni. L'avv.ssa Gimondi si trova in quella posizione grazie al patronimico, figlia di papà. Dagnoni organizzatore di gare internazionali e dirigente ciclistico per anni. Pur nulla sapendo delle vicende interne FCI sono certo che se i due RCS recitano una parte, il bene del ciclismo e probabilmente della verità sta da un'altra parte.

frakie
29 agosto 2022 18:36 alerossi
concordo. in questo anno di presidenza cosa ha fatto dagnoni? oltre a interessi personali e fregiarsi dei successi dello scorso anno, frutto della precedente gestione, non ha fatto NULLA. vergognoso, ma scontato fin dalla sua elezione

gradirei un pensiero su sta mafia
29 agosto 2022 19:22 lupin3
https://www.facebook.com/profile.php?id=100084593034481

nonché post di Daniela Isetti del 27/08:

Ho ricevuto una lettera che inizia così : " Siamo certi che capirà la nostra necessità di restare anonimi...". Immagino che chi mi scrive abbia accesso ai miei post su Facebook. La lettera contiene segnalazioni critiche sull'operato dei tecnici Fci nel settore fuoristrada. Inoltrerò la lettera a chi di dovere .
NON COMMENTO E NON SARANNO ACCETTATI COMMENTI A QUESTO POST.

VIA LA MAFIA DAL CICLISMO. LA BASE VUOLE TRASPARENZA


Bohh
29 agosto 2022 20:03 Bosc79
Premetto che non sono un politologo o capace di capire le mosse dei poteri forti......ma come è possibile avere solamente il sospetto che il numero del ciclismo italiano abbia intrallazzi con certe società.....al quanto dubbie o meglio per fini o obiettivi non chiari al ciclismo......penso che sia ora che la fci sia presa in carico da manager di spessore e soprattutto da un passato al di fuori del ciclismo!!!

FCI
29 agosto 2022 20:50 siluro1946
Dobbiamo anche leggere che lo sfascio del ciclismo italiano sarebbe "colpa" della presidenza Dagnoni. La memoria vacilla.

Dagnoni
29 agosto 2022 20:52 Beffa195
Resto veramente basito dal comportamento del presidente non ha neppure provato a giustificare l’accaduto roda da matti!

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