Arriva la Vuelta, ultima occasione della stagione per chi predilige le corse a tappe. Per qualcuno un esame di riparazione, per altri la passerella finale, in ogni caso una prova dura, con tante salite (oltre quaranta) sparse in ventun tappe dal chilometraggio breve (nessuna oltre i duecento chilometri). Come il Giro e il Tour, anche la corsa spagnola parte dall'estero, come non accadeva da cinque anni: via dall'Olanda, con una cronosquadre di 23 chilometri a Utrecht e due tappe rese insidiose dal vento. Poi la Spagna, divisa in due, prima il Nord con Paesi Baschi e Galizia, poi tanto Sud: il menu prevede anche una crono individuale di 31 chilometri, quattro tappe per velocisti, sei frazioni per attaccanti e nove arrivi all'insù, sette dei quali dopo tappe di montagna, con un dislivello totale che sfiora i 50mila metri e un traguardo sull'Alto Hoya de la Mora a quota 2500. Ci sono tutti gli ingredienti per regalare spettacolo ed emozioni, compresa quella di salutare due campioni come Nibali e Valverde, leggende di questa prima parte di millennio, al loro ultimo grande giro. Ecco le dieci facce con più chances di festeggiare a Madrid l'11 settembre.
Primoz Roglic. Vince perchè lo ha fatto nelle ultime tre edizioni, perchè in questa corsa tutto gli gira sempre per il verso giusto, perchè sulle salite spagnole ha dimostrato di avere una marcia in più degli altri. Non vince perchè dopo l'incidente al Tour si è allenato solo due settimane per essere al via.
Jai Hindley. Vince perchè una corsa con tanta montagna è perfetta per uno scalatore come lui, perchè aver conquistato il Giro d'Italia gli ha dato una maggior consapevolezza di sé, perchè non si è spremuto troppo negli ultimi due mesi. Non vince perchè non è ancora pronto per fare doppietta.
Richard Carapaz. Vince perchè deve prendersi la rivincita su Hindley che l'ha battuto al Giro, perchè deve prendersi la rivincita su Roglic che l'ha battuto due anni fa, perchè la sua Ineos deve riprendersi un grande giro. Non vince perchè ha accanto una squadra troppo giovane per sostenerlo.
Remco Evenepoel. Vince perchè ha la stoffa per scoprirsi uomo da corsa a tappe, perchè in questa stagione non ha sbagliato una mossa, perchè ha intorno una squadra che crede fortemente in lui. Non vince perchè ha alle spalle un solo grande giro e agli scalatori puri paga ancora qualcosa.
Mikel Landa. Vince perché anche lui non ha digerito il podio al Giro, perché con tutte le salite che ci sono le occasioni non gli mancano, perché a forza di promettere un grande risultato è già arrivato a 32 anni. Non vince perché paradossalmente ha sempre fatto meglio al Giro e al Tour che sulle strade di casa.
Miguel Angel Lopez. Vince perchè prima o poi una corsa giusta la imbrocca, perchè ha molto da farsi perdonare dall'Astana che l'ha rivoluto, perchè nelle corse di avvicinamento si è subito fatto trovar pronto. Non vince perchè trova sempre il modo di dare un calcio al secchio del latte appena munto.
Vincenzo Nibali. Vince perchè sarebbe il modo più bello di chiudere una grande carriera, perchè correre senza l'obbligo del risultato è la strategia migliore per centrarlo, perchè non è mai stato tipo da partecipare tanto per farlo. Non vince perchè ha già visto quanto sia difficile farlo a quasi 38 anni.
Alejandro Valverde. Vince perchè a volte le favole come la sua hanno il lietissimo fine, perchè in 15 apparizioni una volta ha vinto e altre sei ha chiuso sul podio, perchè è capace di esser protagonista fino all'ultimo. Non vince perchè la strada gli consiglierà di aiutare il compagno Enric Mas.
Joao Almeida. Vince perchè va forte a cronometro e in salita difficilmente si stacca, perchè deve riscattare la malasorte di un Giro interrotto dal covid, perchè affronta la Vuelta per la prima volta e la fortuna come noto aiuta i debuttanti. Non vince perchè accanto a lui il gioiellino Ayuso è pronto per esplodere.
Simon Yates. Vince perchè il percorso gli si adatta come un vestito di misura, perchè questa è l'unica grande corsa a tappe dove finora è riuscito a mantenere le promesse, perchè dopo il Giro anche lui ha un conto aperto con la sorte. Non vince perchè deve andargli tutto bene e non sempre gli succede.
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