Era il 2014 quando alcune intercettazioni dei NAS di Parma e Sassuolo fecero luce su un un giro di sostanze stupefacenti e dopanti legato al mondo delle palestre. Un giro nel quale inizialmente si ipotizzava che fosse coinvolto anche l'ex ciclista Riccardo Riccò, a quei tempi nell’occhio del ciclone dopo la maxi squalifica sportiva.
L'indagine aveva portato al sequestro di modeste quantità di cocaina (alcuni grammi) mentre le sostanze dopanti non erano mai state rinvenute. A Riccò erano imputate la somministrazione di sostanze dopanti e il traffico di stupefacenti, ma - come spiega l’avvocato Fiorenzo Alessi, che ha difeso l’ex ciclista insieme all’avvocato Alberto Alessi - non avrebbero mai avuto un riscontro oggettivo. «Mai un sequestro, mai una misura cautelare, solo una accusa indiziaria di 'droga parlata'».
Bene, dopo anni di rinvii e ripartenze, oggi il Tribunale di Modena ha prosciolto Riccardo Riccò per intervenuta prescrizione.
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