Pietro Mattio è uno di quei corridori che devi conoscere per apprezzarli. Perché ha davvero grandi qualità e spirito combattivo, è disponibile, sincero e ha le idee chiare. Ha 17 anni e tra gli juniores del primo anno ha raccolto una serie impressionante di risultati in gare nazionali e internazionali per tutta la stagione. Tanto per essere chiari è arrivato sesto al Buffoni, quattordicesimo al campionato italiano su strada, ventiduesimo nella classifica generale al Lunigiana, quarto nella Piasco-Montezemelo (Campionato Regionale), Collegno-Sestriere, Coppa Montes, Piccola Tre Valli Varesine, Eroica di Montalcino e nella Classica delle Alpi in Francia. E ancora quinto nella Vittorio Veneto-Cansiglio, nono al Brinzio, secondo a Lajatico e molto altro. Mattio si è concesso perfino una parentesi agonistica in Mountain Bike correndo da protagonista gli Internazionali Series d’Italia: settimo a Capoliveri e ad Andora, 19simo in Val Casies. Un anno decisamente di alto livello ma con l'unico rammarico di non aver mai centrato il bersaglio.
«E' stata una stagione lunga e impegnativa che mi ha regalato grandi soddisfazioni - spiega il giovane Pietro -. D'accordo, mi è mancata la vittoria, ma ho raccolto tanti buoni risultati nelle corse di un certo livello e mi ritengo soddisfatto. Il successo poteva essere la ciliegina sulla torta, ma è andata così. Forse per errori che ho commesso in corsa o per sfortuna oppure perché i miei avversari sono stati più forti. Il rammarico c’è, non lo nascondo, ma sono rimasto nel vivo della stagione per otto mesi tenendo una media regolare e costante in tutte la gare».
Mattio ha messo insieme un gran bel numero di belle prestazioni, ma di tante gare importanti che ha disputato è rimasto colpito e affascinato dalla Classica delle Alpi che si è svolta in Francia. Una corsa durissima del calendario UCI della categoria juniores con un dislivello di 2600 metri, una distanza di 130 chilometri con cinque gran premi della montagna, partenza da Ruy Montceau e arrivo a La Bridoire. Come l'hai vissuta?
«Da protagonista. Alla fine sono arrivato quarto, ma è stata dura e sofferta. Gare impegnative ne ho disputate molte, ma questa credetemi è davvero tosta. Si sale e si scende in continuazione, il livello di fatica è altissimo e la penultima salita (Mont du Chat 1150 mt) è la più dura in assoluto per le sue arcigne pendenze. Ci sono arrivato con il gruppetto dei migliori dopo una netta selezione naturale, eravamo rimasti soltanto in dieci corridori. Poi sull’ultima ascesa al Col du Banchet ho cercato di tenere il passo di Lenny Martinez (il vincitore del Giro della Lunigiana, ndr) ma il francese mi ha staccato. Sapete chi mi ha impressionato? Il belga Cian Uijtdebroecks un vero mostro. E’ partito da solo sulla prima salita e l’abbiamo visto al traguardo. Ha vinto da campione con quasi 5’ sul secondo (Luhrs, tedesco) e 7’ sul sottoscritto. Ha un potenziale incredibile e doti non comuni. Vederlo pedalare è impressionante, un talento alla Evenepoel».
Questa corsa ti è piaciuta così tanto che ci tornerai anche il prossimo anno?
«E’ uno dei miei obiettivi assieme a quelli di indossare la maglia azzurra, far bene al Giro della Lunigiana e naturalmente vincere più gare possibile».
Corridori come Mattio, che in bicicletta hanno dalla loro la capacità e le qualità di essere competitivi per tutta la stagione, nel ciclismo moderno destano molta curiosità e interesse da parte dei migliori club che sono constantemente alla ricerca di giovani promesse. La tua arma segreta?
«Nessuna. Seguo i consigli che mi vengono dati dal mio preparatore Paolo Lanfranco (ex corridore e preparatore atletico di team professionistici tra cui la CCC Sprandi). Ha cambiato il mio modo di pensare, di allenarmi e sono molto più attento anche nell’alimentazione. Mangio vegano evitando la carne, rende di più e ingrassa meno. Insieme studiamo la mia preparazione, e ho visto un forte miglioramento delle mie prestazioni».
Cosa ti piace fare durante l’inverno?
«Cose semplici, palestra e mountain bike anche se il mio grande amore è lo sci alpinismo, camminare nella neve fresca con le ciaspole. E’ una passione che coltivo fin da piccolo e quando il tempo me lo permette mi tolgo questa piacevole soddisfazione».
Pietro Mattio è di Piasco, località nel Cuneese, e frequenta il Liceo Scientifico “Bodoni” a Saluzzo. Bici e sci (ha praticato lo slalom gigante) hanno caratterizzato la sua infanzia. Le ore trascorse in mezzo alle biciclette nell’azienda di cicli del padre Silvio lo hanno in qualche maniera spronato a correre. A 7 anni la prima tessera, da G1, con lo Sport Club Vigor. E gli è piaciuto sempre e di più. Mamma Nadia ha un’azienda di Serramenti in Legno dove lavora anche il fratello Lorenzo, ex corridore su strada e poi di Enduro, mentre l’altro fratello Giosuè è stato un buon dilettante e ora è impegnato nel progetto Erasmus a Grenoble, in Francia, come universitario di Ingegneria Gestionale.
Quest’anno Pietro, alto 184 centimetri per un peso di chilogrammi 64, è stato diretto alla Vigor Cycling Team all’ex professionista Mattia Pozzo e dall’ex maratoneta Fabio Rinaldi, ma a partire da gennaio 2022 sarà Salvatore Cirlincione a guidare il promettente atleta piemontese alla sua seconda stagione nella categoria juniores. E' seguito dall'agenzia di procuratori tedesca Team Vision.