Caro direttore, da ieri sono stato sommerso di telefonate, a seguito di articoli riguardanti le nostre sponsorizzazioni per il 2022, ed oggi il vostro articolo ha fatto precipitare la situazione al punto che ho dovuto abbandonare una pedalata con amici a causa del telefono che squillava di continuo.
Allora mi sono deciso a rispondere a voi per tutti, dato che lei è un amico ed è una delle persone che più stimo nel settore, anche se qualche volta la pensiamo diversamente. I miei soci ed io non abbiamo ancora preso alcuna decisione riguardo alla sponsorizzazione per il 2022 e soprattutto nessuna decisione è stata ancora presa riguardo alla sponsorizzazione del Team di Angelo Citracca, persona a cui l'Italia del ciclismo deve molto e che ritengo colpevole solo di essere troppo buono.
Mi permetto però di invitarvi a guardare la situazione da tutt'altra angolazione: l'unica cosa che oggi è certa è che c'è un ragazzo che ha mancato di rispetto al suo lavoro, alla sua famiglia, ai suoi colleghi e a chiunque ama questo sport, che si diverte come se nulla fosse accaduto e c'è poi un team fatto di persone che vivono da una vita di questo lavoro (non parlo solo di atleti) e che rischiano il proprio futuro, con tutto quello che questo può comportare per le proprie famiglie e per i sogni dei loro figli, che magari sono studenti universitari e necessitano del sostegno famigliare.
Onestamente di fronte a tutto questo, io mi preoccuperei di tutte queste persone e del fatto che l'Italia rischia di perdere uno dei pochissimi team professionistici rimasti, bloccando di fatto anche la naturale crescita dei settori giovanili dove partono in mille sapendo che al professionismo arriveranno in pochissime unità, sempre che vi siano team nazionali disposti a credere in loro.
Qui non è in discussione il futuro di Angelo Citracca o di qualche altro singolo ma è a rischio il futuro di uno dei soli 4 team professionistici, tra l'altro tutti di seconda fascia, rimasti al Paese che ha fatto la storia di questo sport. A me non importa se noi come sponsor dobbiamo andare a sponsorizzare un team straniero o meno, le aziende devono scegliere con la testa e non con il cuore ed è ovvio che bisogna inseguire la migliore visibilità e la sponsorizzazione che crea meno problemi.
Non devono essere gli sponsor a preoccuparsi di queste cose ma devono essere le istituzioni del settore e i tifosi stessi perchè loro, grazie anche a chi allestisce dei team tra mille difficoltà, possono usufruire di uno spettacolo gratuito.
Oggi più che mai, invito tutti a restare uniti nella difesa dei movimento ciclistico italiano, perchè solo così si può pensare di evitare che esso scompaia oppure che debba continuare a vivere nei ricordi dei grandi ciclisti del passato.
Fortunatamente il nostro settore è ancora ricco di ottimi atleti che sono diventati tali grazie ai sacrifici di tantissimi eroi, che li hanno aiutati a fare questo sport e hanno permesso loro di arrivare fino ai vertici. Dovremmo sperare tutti che il team di Citracca resti e che gli altri tre team che abbiamo, al posto di vedersi come nemici, possano fare gruppo per far valere i propri diritti per correre TUTTI le gare più importanti del proprio Paese. Diversamente, dovremo sperare sempre su sponsor che investono per passione e non in sponsor che realmente capiscano quanto conveniente sia investire nel ciclimo nostrano.
Quando avremo altri atleti che sbagliano barando, non attacchiamo i team vittime di questi pseudo-furbi ma prendiamocela solo con loro, che hanno tradito la fiducia di tutti coloro che credono nello sport pulito perchè, a parte loro, lo sport ha dei valori fondamentali per la sana crescita dei nostri giovani e della nostra società.
Grazie per l'attenzione
Valentino Sciotti