Oggi a Bergamo, nell’ultima Classica Monumento della stagione, a vincere è stato un ragazzo di appena 23 anni - Tadej Pogacar - che ha dimostrato di essere il più bravo di tutti. Pogacar primo e i tre corridori che sono arrivati alle sue spalle, Masnada, Yates e Roglic, avevano tutti meno di trent’anni. Ma al quinto posto, troviamo un uomo che lo scorso aprile ha compiuto 41 anni: si tratta di Alejandro Valverde, il campione spagnolo, che sta vivendo una seconda giovinezza.
Valverde in questa stagione ancora segnata dal Covid 19 ha vinto ancora e lo ha fatto da vero dominatore. Anche in Spagna alla sua Vuelta avrebbe voluto vincere ma una caduta lo ha costretto al ritiro. Lo spagnolo però non è un corridore che si abbandona alle lacrime e, guarite le ferite, è tornato subito in sella alla sua bici, puntando dritto verso l’Italia per cercare di chiudere in bellezza la stagione.
I risultati sono stati soddisfacenti e il successo è arrivato subito con la terza frazione del Giro di Sicilia. Alejandro accompagnato dalla sua famiglia ha risalito la Penisola, correndo prima alla Tre Valli Varesine e poi alla Milano-Torino. Oggi con tutti i suoi 41 anni, il murciano è stato tra i protagonisti della corsa, sempre davanti e sempre attento a cogliere il momento giusto. «Mi è piaciuta la corsa di oggi – ha detto Valverde -. La prima parte sicuramente no, perché ho sofferto molto, ma la parte finale, visto dov'ero, con tutti i protagonisti di oggi... Io sono ancora lì e non posso che essere felice».
Valverde è sempre lì davanti, insieme al gruppo dei migliori dove spesso vediamo corridori poco più che ventenni. Lo spagnolo in corsa si diverte e può permettersi di correre a 41 anni perché è ancora uno dei migliori. «Voglio ringraziare la squadra perché ha svolto un lavoro fondamentale. In ogni momento sono riuscito a rimanere super concentrato e a restare davanti sul Passo di Ganda».
Il Giro di Lombardia da molti è considerata l’ultima possibilità per ottenere una vittoria importante. Per Valverde questa era un’altra Classica Monumento che si poteva vincere e per questo ha lottato con i migliori. «Già sul Ganda i compagni di Alaphilippe tiravano e il gruppo era più o meno organizzato, ma Pogacar è partito alla grande, è riuscito ad andare molto forte e, anche se siamo rientrati da dietro dopo la discesa, è stato impossiblie prenderlo».
Senza dubbio questo Giro di Lombardia è stato uno dei più combattuti, tanto che la corsa, si è veramente decisa negli ultimi chilometri. «Nella salita verso Bergamo il gruppo si è sgretolato e Roglic con Yates sono rimasti indietro. Poi sono stati loro ad avere la meglio su di noi, perché arrivavano da dietro. Dato che sono sempre io uno dei primi a partire, oggi ho cercato di non correre per il podio e ho aspettato. Alla fine siamo stati sorpassati e credo che questo quinto posto, in una corsa come oggi, debba essere visto in modo positivo. Io la guardo dal mio punto di vista e sono felice di quello che ho fatto»·
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