Un Tour of Slovakia corso sempre in prima linea, sempre a provocare e cercare la fuga, sempre a dar battaglia soprattutto nei primi chilometri delle tappe. Andrea Garosio, ciclista professionista classe 1993, portacolori della Bardiani CSF Faizanè, si è ritagliato un copione insolito per lui, abile scalatore tanto da meritare il nomignolo di «Capriolo di Cologne», suo paese natio.
Il franciacortino ha fatto tutto questo per conquistare la maglia a pois di miglior scalatore, obiettivo centrato alla grande dal corridore che da qualche tempo vive ad Adro con la compagna Arianna (dolcissima trevigiana ex ciclista e ora giudice di gara). Nelle prime tre tappe Garosio ha scavato il solco rendendo impossibile agli avversari raggranellare più punti dei suoi in classifica. E’ la prima maglia conquistata tra i professionisti per Andrea, felice naturalmente ma con il cruccio del contratto che per il 2022 ancora non c’è.
«Le tappe non erano molto dure, non avendo la possibilità di fare classifica o di fare le volate, ho preferito focalizzare la graduatoria dei GPM - comincia così il racconto Garosio -. Le salite erano quasi tutte abbastanza facili, corte ed esplosive e solamente gli ultimi metri erano duri, salite che vanno bene agli scattisti. Io non sono adattissimo a queste ascese, preferisco altre salite più lunghe e dure. Nell’ultimo periodo però mi sono allenato bene sugli sforzi brevi e intensi, sapendo che in Slovacchia non c’erano grandi salite. Nella seconda tappa, con due salite lunghe ma facili, sono andato in fuga con altri corridori e ho fatto il grosso dei punti che mi sono serviti per vincere. Il terzo giorno è stato davvero difficile entrare nelle fughe, e qui la squadra mi ha aiutato molto, soprattutto Alessandro (Tonelli, l’altro franciacortino di Bornato, ndr) e Maestri. Sono riuscito a restare davanti e ho preso i punti necessari per avere la certezza, ad una tappa dalla fine, di aver vinto la classifica dei GPM».
Come si sta dopo aver conquistato la prima maglia a pois, oggetto dei desiseri degli scalatori, tra i pro?
«Avevo vinto il GPM al Giro dell’Emilia un anno fa, ma quello era nella gara di un giorno. Nelle corse a tappe è la prima volta che riesco a portare a casa la maglia a pois del miglior scalatore. Sono contento anche perché la qualità dei partecipanti era buona con 7/8 formazioni del World Tour e altre Professional ben attrezzate. E poi c’erano diversi corridori importanti che preparavano il Mondiale, quindi il livello era buono. Per uno scalatore come me entrare tre giorni di fila in fuga non è stato semplice: mi sentivo bene e ce l’ho fatta perché avevo le gambe giuste. E ho vinto anche il premio del più combattivo del Tour of Slovakia!».
Andrea Garosio ora vuole cavalcare l’onda...
«Spero di poter fare un bel finale di stagione: dopo il durissimo Giro dell’Emilia dovrei fare la Milano-Torino e il Giro di Lombardia. Vorrei poter gareggiare e mettermi in evidenza: non ho ancora il contratto per il prossimo anno...».
Il bresciano della Bardiani CSF Faizanè è stato di parola. Nel Giro dell’Emilia vinta da Primož Roglič (Team Jumbo-Visma), Garosio è andato in fuga dal 15 km con un drappello di 8 corridori ed è stato ripreso solo a 29 km dal traguardo dopo il primo passaggio in cima al San Luca quando i migliori trascinati da uno scatenato Remco Evenepoel(Deceuninck - Quick Step) ha rotto gli indugi.
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