Si sta per aprire il secondo quadriennio di David Lappartient alla guida dell’UCI. In quanto candidato unico, il prossimo 23 settembre verrà riconfermato Presidente durante il Congresso che si svolgerà nella giornata di riposo dei Mondiali di Lovanio. Lappartient è giunto nella giornata di oggi a Trento per salutare e congratularsi con il comitato organizzatore dei Campionati Europei in Trentino 2021 e ha colto l’occasione per approfondire alcuni temi che saranno al centro del suo nuovo corso.
Per prima cosa continuerà il grande lavoro già fatto per accrescere la visibilità del ciclismo femminile, che negli ultimi anni ha sicuramente fatto importanti passi in avanti. «Il ciclismo femminile è sempre al centro dei nostri pensieri, nonché uno degli obiettivi primari di tutta la gestione – spiega Lappartient -. Dal punto di vista della parità di diritti coi colleghi maschi abbiamo già fatto dei miglioramenti importanti. Le ragazze delle squadre WorldTour hanno uno stipendio minimo di 45mila euro annui. Quando ho cominciato il mio mandato la proporzione con gli uomini era di 1:20, ora è di 1:4 e vogliamo raggiungere la parità appena sarà possibile, sicuramente il lavoro non è finito. Lo stesso si può dire dei premi gara, pur aumentati, stiamo lavorando per pareggiarli così come i contingenti olimpici. Ci sono sempre più gare, il Giro Donne probabilmente tornerà nel WorldTour e dal prossimo anno avremo anche Tour de France e Parigi-Roubaix. E poi le squadre, al momento abbiamo 9 team WorldTour, ma vogliamo arrivare a 15».
Il manager transalpino ha anche ribadito la sua avversione all’eccessiva tecnologia nel ciclismo, in particolare durante le gare: «Son sempre stato contrario ad auricolari e computerini – ammette ancora -. Gli auricolari, in particolare, nelle corse da noi gestite come i Mondiali, ma anche gli Europei con l'UEC, sono vietati, e abbiamo anche bannato alcune strumentazioni che permettono di misurare il livello del sangue. Le gare perdono di spettacolarità, per questo abbiamo anche qualche riforma in serbo. L'obbiezione che ci alzano più spesso è legata alla sicurezza, ma la mia idea è quella di dare la possibilità ai corridori di ascoltare radiocorsa in modo da conoscere gli ostacoli che troveranno».
Lappartient ha parlato anche del Team Relay che qualche giorno fa ha regalato all’Italia il titolo europeo. Una tipologia di gara su cui l’UCI crede molto e sul quale vuole continuare a investire: «Quando le squadre mi hanno formalmente chiesto di togliere la cronosquadre dal mondiale, con i vertici dell'UCI abbiamo pensato a una nuova competizione. Lasciandoci ispirare dalla spettacolarità del biathlon abbiamo optato al Team Relay misto, che pian piano sta sempre di più attirando l'attenzione di squadre e Federazioni. Al Mondiale ci saranno 14/15 Nazioni, a conferma del fatto che l'interesse c'è. Sarebbe bello inserirlo anche nel programma olimpico, non a Parigi 2024, ma magari a Losa Angeles 2028. E poi è anche una delle poche discipline che unisce uomini e donne. Vogliamo inoltre che sia il terzetto femminile a chiudere la prova e a risultare decisivo nell'esito finale».
Ad accompagnare Lappartient nella conferenza stampa di Trento, c’erano anche il Presidente UEC Enrico Della Casa, il Presidente FCI Cordiano Dagnoni, il CEO di Trentino Marketing Maurizio Rossini e il vice-presidente UCI Renato Di Rocco, che era all’ultima uscita nel suo ruolo e ci ha tenuto a ringraziare tutti, oltre ad augurare il meglio al capo UCI per il nuovo corso.
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