Caro direttore,
dopo qualche giorno, a mente fredda, mi permetto di fare un’analisi su quello che è stato il rendimento dell’italia nella prova su strada a Tokyo. Iniziamo col dire che i crampi di Bettiol a 15km dal traguardo ci hanno privato di un posto nei dieci e forse anche nei 5. È vero che coi “se” e coi “ma” non si cambia (e non si fa) la storia, però la nostra nazionale ha corso bene.
Non eravamo favoriti. Potevamo solo agitare un po’ le acque e giocarcela proprio con Bettiol, il più in forma seppur non presente al Tour de France. Lo abbiamo fatto e ognuno ha portato il proprio mattoncino per consentire al fiorentino di potersela giocare coi migliori (alcuni “alieni” in questo momento). Il suo 14esimo posto ha fatto scatenare le critiche verso il nostro ct Davide Cassani che, dopo il mondiale in Belgio, potrebbe anche vedersi togliere l’incarico azzurro. Ma l’impressione è che sia solo un pretesto, perché Davide ha fatto miracoli in questi anni, vincendo tre Europei di fila, il primo Mondiale a crono della storia con Ganna e sfiorando con Trentin quello nello Yorkshire. Non proprio roba da poco, oltre ad essere prezioso uomo-immagine per tutto il movimento e fondamentale nel contribuire all’organizzazione del bellissimo Mondiale di Imola dello scorso anno.
Cassani ha forse attirato invidie e gelosie, ma criticarlo è un’opera di ingiustizia e disonestà, perché i numeri parlano chiaro. E il materiale a disposizione questo è. Non offendiamo nessuno se diciamo che non abbiamo il Pogacar, il Van Aert, il Van der Poel o l’Alaphilippe della situazione. Fuoriclasse che spostano gli equilibri e tante volte hanno dimostrato di praticare un altro sport. Che poi a monte ci sia da fare un intenso lavoro nella categorie giovanili per far sì che il nostro movimento sia più florido nei prossimi anni, su questo non ci piove. Ma si aprirebbero altre decine di capitoli. Le critiche vanno sempre bene, ma dovrebbero contenere onestà intellettuale e costrutto. Per questo, io sto con Davide!