Giorgia Vettorello ha corso il suo primo Giro d’Italia con l’emozione e l’agitazione della prima volta, ma ci ha impiegato un attimo ad ambientarsi e a dimostrare a tutti di che pasta è fatta. Non ha ancora capito che tipo di atleta vorrà diventare ma sa che l’attacco lo ha nel dna. La veneta della Top Girls Fassa Bortolo ha portato a termine il sogno che aveva da bambina, prendere parte alla corsa a tappe più importante del panorama ciclistico internazionale e portarla a termine. Non riusciva proprio crederci quando Lucio Rigato, il suo ds, le ha comunicato che sarebbe stata in squadra per i 10 giorni di gara: Giorgia si è presentata a Cuneo in punta di piedi, guardandosi intorno si è data un pizzicotto per avere la certezza che fosse tutto vero.
La ventunenne della Top Girls Fassa Bortolo ha fatto i conti con le sue emozioni, ha sognato, ha pedalato e si è goduta un’avventura fantastica rendendosi protagonista di tre giorni di fuga memorabili: «Il primo giorno a Cuneo ero veramente emozionatissima, non ci credevo con il passare delle tappe un po’ la stanchezza si è fatta sentire, ma la voglia di fare era talmente forte che mi ha dato una spinta incredibile - racconta Giorgia a tuttobiciweb - sapevo che era la mia occasione per farmi vedere, il Giro è la corsa dei sogni, il palcoscenico che tutti sperano di calcare e così ho deciso di tentare la fortuna sfidando il gruppo. Giorno dopo giorno avevo più consapevolezza in me stessa, la squadra mi supportava e il mio diesse mi dava la spinta a non mollare» Giorgia ha accumulato 200 km in fuga, ma la tappa più bella è stata quella di Milano-Carugate, il primo attacco nel giorno del suo ventunesimo compleanno. «Non potevo farmi regalo migliore» ci dice mentre ripensa a quella grande emozione, trovare amici e famigliari ad aspettarla al termine della gara per darle l’augurio più bello.
Giorgia ha pedalato per giorni senza mai arrendersi, è passata non molto distante dalla sua Mogliano Veneto e si è sentita sempre un po’ a casa. E’ stato strano attraversare in corsa i luoghi degli allenamenti, ma forse dopo tutto ancora più magico. Se qualche anno fa le avessero detto che avrebbe corso il Giro d’Italia non ci avrebbe mai creduto, tanto più farlo al fianco di atlete fuoriclasse che solitamente ammirava in televisione. «È incredibile correre con delle ragazze che hanno fatto la storia del ciclismo. C’è chi come la Van Der Breggen ha praticamente vinto tutto, è strano pensare che è stata la mia unica occasione - ci racconta Giorgia -, vedere tutte queste atlete in gruppo è bellissimo, tra una pedalata e l’altra le scruto da lontano, studio le loro mosse e cerco di rubar loro qualche segreto. Io ho ancora tanto da imparare». Il suo punto di riferimento è Elisa Longo Borghini e non nasconde che un giorno le piacerebbe diventare come lei. Durante i giorni di gara le ha parlato, ha avuto modo di conoscerla e di chiederle di tutto, ma soprattutto tanti consigli.
Giorgia Vettorello ha concluso quella che ciclisticamente parlando è stata l’avventura più emozionante della sua vita. Ha portato a termine 10 giorni incredibili che l’hanno vista spesso in prima linea, a scattare sfidando il gruppo delle grandi senza mai avere paura. Ha realizzato il suo sogno da bambina, non si vergogna di dirlo, anche se ammette che quando aveva iniziato nella categoria G3 non avrebbe mai pensato di andare così avanti. Ora il sogno lo ha anche la sua sorellina che è rimasta affascinata guardandola in televisione, il ciclismo è una passione di famiglia e lei si diverte nel portarla agli allenamenti. «Tornata a casa le ho raccontato subito come è andata, ora di bei racconti della buona notte in tema ciclistico ne ho una grande quantità » ci dice Giorgia prima di salutarci. E noi siamo sicuri che questo sia solo l’inizio della sua storia.
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