Caro Direttore, ho il viziaccio, datato e recidivo, di dire ciò che penso. So bene che sarebbe un rischio da evitare, soprattutto in tempi in cui è da veri specialisti “...stare sulle ruote...”, senza mai mettere il naso al vento, aspettando e pure accettando quel che verrà ed avverrà .
L’occasione di questo panegirico mi è offerta dal... debordante entusiasmo del Paese per i successi pedatori negli Europei di calcio. Sarà anche Sport Nazionale, ma francamente il “mio” Ciclismo gli dà ben più di un giro. Se proprio si vuole, l’Arte del Pedale batte 4 a 0 chi, tutto sommato, tira calci ad un pallone.
Se la risicata vittoria degli Azzurri sull’Austria risulta essere stata festeggiata come l’aver sconfitto nel 1918 le armate AustroUngariche, che dire, e soprattutto quali sentimenti di ammirazione possono provarsi, per quei Corridori Ciclisti come - a valere per tutti - lo spagnolo Soler che nella prima tappa del Tour de France ha comunque portato a termine la sua difficile giornata lavorativa , pedalando per oltre 40 km , e su di un percorso non certo tecnicamente facile, con fratture ossee ad ambedue le braccia ?
Vogliamo dire che si sconfina nell’epico? Possiamo affermare che, parlando di Ciclismo, non si ha a che fare con un semplice Sport ma con una DISCIPLINA Agonistica nella quale, alla fin fine, ben poco spazio hanno i furbetti e gli scansafatiche?
È mera volgarità sostenere che chi per vivere, e senza neppure arricchirsi come pare sia destino dei signori calciatori, fa di professione e mestiere il Corridore ha pelo sullo stomaco da foresta amazzonica e degli attributi colossali? Io dico che è così. Per me è indubbiamente ed inequivocabilmente così.
Tutto il resto... è davvero noia.
Cordialmente
Fiorenzo Alessi