Neppure la pandemia in questi due anni ha fermato il Giro dell’Appennino. E se quest’anno (causa cantiere aperto per una frana nella discesa verso Voltaggio) l’U.S. Pontedecimo Ciclismo ha dovuto rinunciare alla Salita della Bocchetta, gli organizzatori hanno trovato subito una contromossa spettacolare: i tornanti della Guardia.
Il Giro dell’Appennino salirà al Santuario da un altro versante rispetto a quello percorso dal Giro d’Italia: si arriverà quasi in cima passando da Gazzolo, attraverso Torbie Lencisa. La “classica” salita diventerà invece una discesa molto tecnica che inizierà a circa 25 chilometri dal traguardo e terminerà quando allo splendido scenario del finale di Via XX Settembre ne mancheranno solo 16. Una soluzione che spariglia ogni tattica applicata nelle precedenti edizioni. Se sulla “ cima Ghiglione” ci saranno uno o più fuggitivi, ci sarà tempo per raggiungerli? Oppure la discesa potrebbe risultare decisiva. La salita alla Guardia (il Comune di Ceranesi sta organizzando la festa per accogliere il Giro) misura circa 7 chilometri che salgono dai 197 metri di Gazzolo ai 733 della cima, dove è posto il Gran Premio della Montagna dedicato a Luigi Ghiglione, l’indimenticato papà del Giro dell’Appennino. La pendenza media della salita è del 7,8%. I primi 4 chilometri presentano una salita pressoché costante, tra il 7,5% e l’8% ma, attraversata la località di Lencisa, si incontra addirittura un breve tratto al 21%. Prima di arrivare allo scollinamento un tratto in contropendenza immette sull’ultimo strappo, al 18%, poi la strada tende a spianare, l’ultimo tratto sale solo al 4,5%, verso la successiva impegnativa discesa.
La rinuncia alla Bocchetta non ha interrotto l’ormai classico schema che vede la corsa svilupparsi prima sulle strade del Piemonte e poi in Liguria. Ritrovo come l’anno scorso a Pasturana che accoglie il Giro da sempre con grande entusiasmo. Poi partenza ufficiale davanti allo Stabilimento Elah Dufour.
Il passo della Castagnola quest’anno sarà affrontato una volta. Le altre salite sono superCrocefieschi, Orero e poi la Guardia. “La Liguria e le colline piemontesi si presentano in tutta la loro bellezza al mondo dei ciclisti: un mondo di professionisti, di amatori, di appassionati e in questi ultimi tempi anche di tanti ciclisti urbani che ama questipercorsi - sottolinea Enrico Costa al suo secondo Giro dell’Appennino da presidente -. Siamo particolarmente grati ai campioni e alle squadre che anche quest’anno onoreranno l’82° Giro dell’Appenino. Un’edizione che si presenta particolarmente attraente per le novità del tracciato con una sfida che sarà sicuramente adaltissimo livello. Una gara che si rinnova dal 1934 e che ha la fortuna di essere amata e sostenuta dalle comunità, dai numerosi comuni attraversati dalla corsa e dalle tante istituzioni che ci consentono di essere ogni anno al via”.
Correva l’anno 2007 quando il Giro d’Italia omaggiò il centenario dell’U.S. Pontedecimo Ciclismo con la tappa Lido di Camaiore-Santuario di N.S. della Guardia, la più lunga di quel Giro d’Italia. Era la decima tappa, che percorse tutta la riviera ligure dal confine toscano a Genova; dopo il passaggio attraverso Pontedecimo, sullo storico traguardo del Giro dell’Appennino diPiazza Arimondi, e dopo 249 chilometri, vinse Leonardo Piepoli, e la maglia rosa cambiò proprietario, passando dalle spalle di Marco Pinotti a quelle di Andrea Noè.Sono passati altri 14 anni. Sono in tanti che hanno sempre nel mirino il Giro dell’Appennino per dare lustro al proprio palmares. Senza dimenticare che il miglior piazzamento complessivo tra l’82 ° Giro dell'Appennino e il 58° Trofeo Laigueglia assegnerà il Challenge Liguria alla sua quarta edizione. Una corsa che vive e cresce legata al territorio. “Dalla corsa nascono idee e proposte come quella di istituire un Museo del Ciclismo a Pontedecimo - prosegue Enrico Costa - fino ad organizzare i Campionati Europei di Ciclismo nel 2024 nell’ambito di Genova Capitale Europea della Sport. In questo modo il Girodell’Appennino si conferma uno strumento ideale per la promozione della città”.