Da gregario si è trasformato in Capitano, per l’infortunio di Landa, e si è preso la scena con un grande secondo posto. Al prossimo Giro sarà ancora gregario o diventerà capitano?
“È un po’ difficile pensare che a 34 anni si possa diventare dall’oggi al domani capitano e stravolgere tutto quello che è stato fino adesso, però è anche vero che ora abbiamo la consapevolezza, mia personale e anche del Team, che Caruso può dire la sua, se messo nelle giuste condizioni. È anche un po’ presto per fare programmi, però quando sarà il momento penseremo a partire con una doppia punta. Non puntare esclusivamente sul singolo, ma avere due carte da giocare, lasciando una finestra aperta senza precluderla già alla vigilia”.
Nel corso degli anni c’è stata una sottovalutazione delle tue reali possibilità?
“Il 2015 è stato l’unico anno in cui ho potuto correre da capitano. Da lì in poi, forse, mi sono un po’ accontentato. Non avendo un Palmarès da grande campione mi sono un po’ rassegnato pensando che il mio ruolo più adeguato al ciclismo di oggi fosse quello del gregario. Ruolo che comunque ho svolto molto egregiamente. in questi anni quindi Adesso ho solo vissuto una nuova esperienza che mi sono goduto fino alla fine”
Fra poco te ne andrai a pedalare alle Olimpiadi di Tokyo. Con quali aspettative?
“Le aspettative chiaramente sono alte, però bisogna sempre rimanere con i piedi per terra perché a Tokyo ci saranno gli atleti più forti del mondo. L’unica cosa che posso fare è quella che sempre fatto: lavorare con dedizione e impegno e farmi trovare al meglio delle mie capacità per l’appuntamento”
Un tempo il gregario era l’emblema della fatica! Un’immagine che è cambiata negli corso degli anni.
“Credo che gli appassionati e la gente in generale abbiano capito l’importanza del gregario e della squadra. E quindi il lavoro del gregario comincia ad essere più valorizzato e più apprezzato. Non si racconto più la sola storia di chi vince, ma anche quella della squadra e dei singoli elementi che portano il capitano a vincere”
Il ruolo del capitano e quello del gregario, oggi.
“Io posso raccontare la mia esperienza: per essere all’altezza, nei mesi prima della gara, devo ragionare e pensare come un capitano. Per essere con lui nelle fasi salienti della gara devo fare tutto quello che serve a farmi trovare pronto e quindi la maniera di ragionare è come quella di un capitano. Solo che il capitano ha poi il compito e la responsabilità di concretizzare il lavoro di tutti, mentre il gregario terminato il suo lavoro può “tranquillamente” andare verso l’arrivo
EXTRATIME, il programma sportivo di Radio1 Rai a cura di Paolo Zauli e Massimiliano Graziani, con la regia di Ombretta Conti, in onda ogni domenica mattina alle 7.15 Su Radio1 e Radio1 sport.
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