Gliel'aveva dedicata nel 2018 quando vinse la prima tappa del Tour of the Alps e lo ha fatto di nuovo oggi, dopo aver vinto la quarta tappa dell’edizione 2021. Pello Bilbao ha sempre nella mente e nel cuore il grande Michele Scarponi e sul traguardo odierno di Pieve di Bono, a quattro anni esatti dalla sua tragica scomparsa, non ha esitato a ricordarlo appena sceso dalla bicicletta.
«Ho preso diversi rischi in discesa, ma volevo a tutti i costi dedicarla a Scarponi – dice il corridore della Bahrain-Victorious, che era suo compagno in Astana -. Averlo in squadra era un vero e proprio regalo, il modo in cui trattava le persone attorno a lui era speciale. Credo che chiunque lo conoscesse gli avrebbe dedicato questa vittoria».
A fari spenti, come è solito fare lui, il basco è ora secondo in classifica generale, anche grazie all’attacco di ieri che gli ha permesso di rientrare nelle parti alte della classifica: «Ieri non era l'occasione migliore per vincere, ma mi ha permesso di recuperare diversi secondi – spiega ancora Bilbao -. Seguivo la vittoria da ormai un po' di tempo, fin dal Giro dei Paesi Baschi, ed ero venuto qua per una vittoria di tappa più che per la classifica generale. Sapevo di dover stare a galla e poi giocarmi la vittoria in discesa. L'ho studiata bene con Pellizzotti ed è andata bene. Martedì a Kaunertal mi aspettavo di stare meglio, non sono riuscito a seguire i migliori, così ho tenuto il mio ritmo, poi ho anche sbagliato tatticamente quando siamo rientrati sul gruppo inseguitori, ma per fortuna ieri ho recuperato bene».
Nell’ultima, insidiosa, tappa verso Riva del Garda, però, l’ex Astana non ha intenzione di attaccare Yates, salvo clamorose debacle dell’inglese: «Difficile ribaltarla, non credo ci saranno grandissime differenze nell'ultima frazione, quindi credo che dovrò più che altro difendermi da chi vorrà il podio, anche se non sai mai cosa può succedere e sarò pronto a sfruttare le opportunità».
Dopodiché, al Giro d’Italia, sarà a disposizione di Mikel Landa, anche se, per come è andato nelle ultime due settimane, sembra strano che la squadra araba decida di sacrificarlo del tutto a favore del corregionale: «Mi piace il ruolo che ho in squadra, bisogna adattarsi alla gara e il contesto in cui si è, mi piace lavorare per gli altri e poi venire a corse come queste in cui ho la libertà di cercare un risultato personale – ammette ancora il basco -. Fare il leader per 80-90 giorni di competizione non credo faccia per me, sono contento di poter alternare i miei ruoli come capita in Bahrain-Victorious. Landa è un amico, lo conosco da anni e lavorare per lui è sinceramente un piacere».