Vincenzo Nibali ha firmato un bell'attacco oggi sulla salita di Jebel Jais, dove si è conclusa la quinta tappa dell'UAE Tour: il siciliano della Trek Segafredo ha accelerato, quando l'andatura imposta dalla Ineos Grenadiers era già molto alta, restando allo scoperto per un km e mezzo.
«Il ritardo accumulato per colpa dei ventagli nella prima tappa mi ha lasciato maggiore libertà d’azione. Sia la tappa di Jabel Hafeet che quella di oggi sono stati due test interessanti per valutare la mia condizione. L’altro giorno ho sofferto il percorso, più breve ed esplosivo, oggi invece ho trovato terreno più adatto alle mie caratteristiche, su una salita lunga e da alte velocità. Prima degli ultimi chilometri, ho cercato di stare con Mattias Skjelmose per aiutarlo a tenere la posizione e conservare la sua top ten (il danese ora è sesto a 2'47" da Pogacar, ndr). E poi mi sono affidato all’istinto: stavo bene, volevo fare un po’ di fuori giri per migliorare la condizione. Mancava poco al traguardo, la Ineos aveva appena fatto il forcing ed era il momento giusto per provare. Pur sapendo che il ritmo era troppo alto per fare la differenza, volevo assecondare le sensazioni e testarmi».
Per la cronaca, Nibali ha poi chiuso al ventinovesimo posto di giornata, a 40 secondi dal vincitore Vingegaard.
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