È una sentenza davvero importante quella ufficializzata oggi dall’UCI. La commissione disciplinare ha infatti condannato Patrick Van Gansen (ex manager dell'UCI Women's Continental Team Health Mate - Ladies Team) ad uno stop di venti mesi in seguito all’accusa di molestie mossa da diverse atlete.
La Commissione Disciplinare UCI ha confermato il giudizio della Commissione Etica UCI ed è giunta alla conclusione che siano state commesse violazioni del Codice Etico UCI. La Commissione ha pertanto disposto che Van Gansen sia sospeso dall'esercizio di qualsiasi funzione nel ciclismo per un periodo che inizia retroattivamente dal 16 aprile 2020 e si estende fino al 31 dicembre 2022. Come ulteriore misura e condizione per il rilascio di una nuova licenza, Van Gansen dovrà seguire un corso che affronta la questione delle molestie sessuali sul posto di lavoro, corso che dovrà essere tenuto da istituto professionale riconosciuto.
L'UCI, nel suo comunicato, accoglie con favore questa decisione, che costituisce un importante precedente per quanto riguarda le molestie sessuali. È essenziale che tutti gli atleti possano avere fiducia delle istituzioni e si sentano liberi di denunciare le molestie in tutte le forme. L'UCI si adopererà per sostenere tutte le persone che desiderano segnalare tali azioni, siano esse vittime o testimoni di comportamenti non conformi alle regole etiche della Federazione.
Nel 2016 l'UCI ha adottato un Codice Etico che è stato poi adattato nel 2018 per fornire un quadro normativo chiaro in materia di molestie e abusi in modo che gli atleti siano protetti da ogni forma di molestia. Dal 2019 l’UCI ha condotto una campagna di sensibilizzazione con tutte le squadre di strada femminili e maschili (UCI Women’s WorldTeams e UCI Women’s Continental Teams, UCI WorldTeams, UCI ProTeams e UCI Continental Teams). Tutti i membri del personale, a partire dai team manager, devono firmare un documento che riconosca importanti regole di condotta e si impegnino a lottare contro molestie e abusi all'interno della loro squadra.
«Su questo argomento l’Uci sta lavorando anche a livello di formazione: c'è ancora del lavoro da fare per adempiere appieno alla nostra missione, ma questo provvedimento segna un passo decisivo per l'efficace protezione degli atleti, che è una missione essenziale della nostra Federazione Internazionale» scrive l’UCI.
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