Chissà se osarono chiamarlo “nonno”. Aveva quasi 47 anni, Giovanni Gerbi, quando si presentò alla partenza del Giro d’Italia del 1932. Resistette sette tappe, nell’ottava scoppiò e finì fuori tempo massimo. Ma il Diavolo Rosso dimostrò che la sua età anagrafica non corrispondeva a quella ciclistica.
Chissà se si azzardarono a considerarlo un “nonno”. Aveva 48 anni, Antonio Negrini, quando prese il via alla Milano-Sanremo del 1951. Lo fece per scommessa, voleva dimostrare che le medie più alte non dipendevano dai muscoli dei corridori, ma dai rapporti e dalle strade. Partirono in 202, arrivarono in 118, primo Fausto Coppi, lui 96° a neanche mezz’ora, quasi un trionfo.
Chissà se si permisero di dargli del “nonno”. Aveva 39 anni compiuti, Aldo Moser, quando nel 1973 concluse il suo sedicesimo Giro d’Italia. Cinquantasettesimo. Ma lui era lì, in maglia Filotex, per fare da tutore (e da gregario) a Francesco, il più giovane e talentuoso dei suoi fratelli a due ruote.
Chissà se pensarono di etichettarlo “nonno”. Aveva 38 anni e mezzo, Andrea Noè, quando nel 2007 s’impossessò della maglia rosa. La tenne due giorni. Ma Noè avrebbe stupito tutti continuando a correre in testa al gruppo. E nel 2011, a 41 anni e mezzo, indossava ancora il dorsale del girino.
I nonni sono importanti. Anche nel ciclismo. Fu il nonno Sotero a regalare la bicicletta al nipote Marco: Pantani nonno e nipote. Fu anche il nonno Raymond a ispirare e indirizzare al ciclismo il nipote Mathieu: Poulidor il nonno, Van der Poel il nipote. A volte i nonni, pur impegnandosi, non ce la fanno: come è successo a casa Adorni, il nonno Vittorio campione del mondo di ciclismo, i nipoti Luca e Andrea giocatori e Alice allenatrice di rugby.
I nonni sono comunque importanti. Come esempi, come riferimenti. Come custodi, come accompagnatori. Come alleati, come complici. Perfino come finanziatori: metà delle famiglie italiane, in quest’ultimo anno pandemico, hanno campato sulle pensioni dei nonni.
Sarà anche per questo che il Papa Francesco ha istituito la giornata mondiale del nonno: l’ultima domenica di luglio. Quest’anno il 25. E c’è chi gioisce, come l’Associazione Nonni 2.0: “I nonni costituiscono un fattore fondamentale per la tenuta positiva della famiglia e dell’intera società. La nostra Associazione è disponibile a collaborare, insieme alle autorità religiose e civili, a quelle iniziative che saranno considerate utili alla preparazione della giornata del prossimo 25 luglio”.
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