Roberto Damiani da Legnano non ha nulla da spartire con il cantautore Paolo Conte da Asti. Molto diversi i lombardi dai piemontesi, ma “Genova per noi” con la sua strofa “Genova per noi che stiamo in fonda alla campagna e abbiamo il sole in piazza rare volte e il resto è pioggia che ci bagna Genova, dicevo, è un’idea come un’altra” ben si addice al direttore sportivo della Cofidis, uno che mastica di ciclismo come pochi.
Intendiamoci la liaison non è con Genova, ma soprattutto con la Riviera di ponente: “Quando da dilettante sono arrivato in ritiro con la U.C. Bustese a Laigueglia mi sembrava di toccare il cielo con un dito”.
Però, andiamo per gradi, torniamo in Lombardia, a Legnano, dove il nostro Roberto nasce il 24 aprile 1959, città che è un tutt’uno con il ciclismo, basti pensare alla mitica fabbrica di biciclette Legnano presente sino dalle prime edizioni del Giro d’Italia. In tanti hanno vestito la maglia verde, da Alfredo Binda a Gino Bartali, poi il Campionissimo, Fausto Coppi, infine altri ciclisti di spessore, a noi piace ricordarne soprattutto due, “gamba secca” il grande Imerio Massignan e lo sfortunato Graziano Battistini.
Con questi presupposti Damiani deve amare il ciclismo, percorre così tutte le categorie dell’epoca: esordienti, allievi, dilettanti di 3^, 2^ e 1^. Sono anni in cui il ciclismo va ancora per la maggiore, ottenere il fatidico tesserino della Fci con la scritta “1^ categoria” mica era facile, bisognava ottenere punti, avere le gambe buone e Damiani ce l’ha. Passista veloce, bravo a cronometro con innata predisposizione per la pista.
Con la maglia della Bustese arriva in ritiro a Laigueglia. La riviera di ponente è ancora l’olimpo per le squadre professionistiche che vogliono iniziare al meglio la stagione, non sono più i mitici anni d’oro di Felice Gimondi, Gianni Motta, Vittorio Adorni, Italo Zilioli, Franco Bitossi, Michele Dancelli e Vito Taccone, ma la Riviera tiene ancora botta, il traffico aumenta, ma il caldo sole di ponente non teme confronti.
Come tutti ci spera, il grande salto, quel tesserino dove la parola Professionista sostituisce 1^ categoria, però non arriva, l’ultima maglia indossata da dilettante, manco a dirlo, è quella della Legnano, nell’84 è già, sempre nella Legnano, dall’altra parte della barricata: direttore sportivo.
“Molti miei corridori erano più giovani di me – racconta – ma avevo capito che il modo per diventare Professionista c’era, io ci mettevo la testa, le gambe erano degli altri”.
Non sono tutte rose e fiori, alterna l’attività di direttore sportivo con quella di assicuratore: “Un lavoro con molta autonomia che permetteva di conciliare le due cose”.Sia ben chiaro “conciliare le due cose” è sinonimo di grandi sacrifici che non tutti sanno affrontare. I sacrifici sono ripagati nel 1999 quando approda alla Riso Scotti Vinavil e da allora l’avventura continua. Ma ci stiano perdendo, dobbiamo ritornare a Laigueglia ed al suo Trofeo. Da quel fatidico ritiro con la maglia della Bustese sono ormai passati diversi lustri, ed ora sull’ammiraglia può godersi le vittorie di Daniele Nardello (2000), Filippo Pozzato (2003 e 2013). Daniele Pietropolli (2011) e non ha nessuna intenzione di fermarsi.
“Quest’anno saremo alla partenza decisi a fare la corsa, con l’intenzione di vincere – incalza Damiani – anche per rispetto degli organizzatori, non mi è mai piaciuto essere presente solo per fare numero”. Non c’erano dubbi; la Cofidis, grazie a Damiani, a Laigueglia è di casa, negli ultimi 4 anni è stata presente ben 2 volte in ritiro, pertanto ci tiene a fare bene.
Si tratta solo di capire chi saranno i convocati, dopo il ritiro in Spagna, concluso la settima scorsa, il calendario prevede le prime corse in Spagna, sulla Costa Azzurra. Poi eccoci a Laigueglia dove Damiani può affermare: “A Laigueglia mi sento come a casa”.