Il video ha fatto il giro del mondo, ve lo ricordate? Un ciclista pedala e colpisce con un ginocchio una bambina che passeggia e la fa cadere. Bene, l’eco suscitata da quel video è stata tale che il fatto è finito in tribunale e ieri a Verviers si è svolta l’udienza a carico del ciclista, accusato di lesioni volontarie su un minore. L’accusa è chiara: il ciclista ha fatto cadere volontariamente la piccola per passare senza mettere il piede a terra.
Il sessantenne ciclista si è difeso spiegando: «Quando sono arrivato in quella zona, frequentata da molti pedoni, ho adguatola mia velocità e messo mano al mio clacson che suona a 120 decibel. All’altezza della bambina, ho senito la mia ruota slitare e mi son tenuto in equilibrio allargando il ginocchio. L’ho sfiorata ma non mi sono reso conto di averla fatta cadere. Solo quando ho visto la faccia del padre e sentito le sue urla mi sono fermato e ho chiesto scusa. Poi, visto che la bambina stava bene, ho ripreso la mia strada». Ricordiamo che la polizia federale belga aveva diffuso sui social le immagini del ciclista chiedendo aiuto per identificarlo e solo in un secondo momento lo stesso ciclista si era presentato alle forze dell'ordine.
Il pubblico ministero la pensa diversamente: «Era il giorno di Natale e molte persone ne hanno approfittatoo per una passeggiata rilassante nel rispetto delle regole. E proprio per questo, l’imputato ha deciso di colpre la bambina per evitare l’ennesimo ostacolo sulla sua strada. L’impatto mediatico della vicenda ha avuto un effetto evdente sulla velocità del procedimento ma non sulla sua motivazione. Se oggi parliamo di colpi volontari inflitti ad un minore non è colpa del video ma di chi ha commesso il reato. Se avesse riconosciuto il proprio errrore, si sarebbe potuto far ricorso a misure alternative, invece che arrivare al processo».
La difesa ha replicato puntando sull’involontarietà del fatto e ha chiesto il proscioglimento del ciclista. La famiglia della piccola, che non ha riportato alcun danno nell’accaduto, si è costituita parte civile e ha chiesto un rimborso simbolico di un euro. La sentenza è attesa per il 3 marzo.