Riceviamo e più che volentieri pubblichiamo la lettera di Gabriella Pregnolato, ex campionessa negli Anni Duemila, con cinque titoli italiani al suo attivo (quattro a cronometro e uno in linea) e tante altre corse, la quale lamenta di essere stata nuovamente penalizzata a livelo politico per un “ammonimento” per uso di caffeina risalente alla stagione 1999 (dicasi 1999). Nella sua lettera parla di Diana Ziliute, che come lei in quell'anno subì lo stesso provvedimento, ma essendo Lituana la sua Federazione - giustamente - trattò il caso per quello che era: un fatto marginale, come del resto lo considerò la stessa UCI. Lo stesso non è stato fatto dalla nostra Federazione, presieduta dall'allora Giancarlo Ceruti. Detto questo, oggi, quel fatto e quell'ammonizione, torna prepotentemente d'attualità sotto forma di articolo 31 che le impedisce di essere eletta in quota tecnici in seno al Comitato Regionale Emiliano Romagnolo. Vi sembra giusto? A me no, mi sembra una follia, alla luce del fatto che Gabriella Pregnolato non solo è tesserata, ma è anche direttore sportivo di un team femminile (Born to Win), ma non è considerata idonea a ricoprire una carica politica. La questione non è Diana Ziliute sì e Gabriella Pregnolato no, ma perché Gabriella non può fare quello che probabilmente Diana - se eletta - potrà andare a fare tra qualche settimana. Quindi, leggete la lettera di Gabriella, e chi può, faccia tutto il possibile per cambiare questo scellerato articolo 31. Ah, se proprio volete gli Articolo 31, mettetevi su Spotify e ascoltatevi le canzoni di J-Ax e DJ Jad: sono molto bravi. p.a.s.
Carissimo Direttore,
Le scrivo con l’amarezza e lo stupore che ho provato nel leggere l'altra mattina la notizia del possibile coinvolgimento di Diana Ziliute quale consigliere dei tecnici nelle prossime elezioni federali. Nulla di personale con Diana, anzi, visto che la ritengo una gran bella persona, oltre ad essere stata anche mia compagna di squadra. Non posso però tuttavia negare di avere un po’ il dente avvelenato, in quanto in novembre, mi sono candidata come delegata in quota tecnici per il Comitato dell'Emilia Romagna ma, successivamente, sono stata esclusa per non essere in possesso dei necessari requisiti di cui art. 31 a causa di un provvedimento disciplinare (“ammonimento”), ricevuto nel 1999 al Tour de France, proprio assieme a Diana. Come allora, anche oggi, mi sono stati messi i bastoni fra le ruote.
Nonostante l’UCI avesse deciso di archiviare il caso, la Federazione ritenne di non prendere in considerazione quanto era stato comunicato e così mi venne preclusa la possibilità di correre il finale di stagione, tra l'altro il Mondiale in Italia a Verona. Vorrei sottolineare che solo io non vi partecipai, invece a Diana - in quanto Lituana - venne consentito di gareggiare. Oggi si presenta nuovamente la medesima situazione, ovvero la mia esclusione dalla candidatura e l’accoglimento di quella di Diana.
La domanda che sorge spontanea è: perchè lei può candidarsi ed io, come allora finisco nuovamente in panchina? Non ho intenzione di ostacolare il percorso di Diana, anzi, sarei veramente felice se lei riuscisse a vincere la sua “corsa”, ma non posso nasconderLe la mia amarezza per quanto mi sta accadendo e soprattutto mi piacerebbe comprendere il perché di questi due trattamenti diversi a fronte di una situazione identica.
Nell'attesa, La ringrazio per lo spazio che mi concederà e cordialmente La saluto.
Gabriella Pregnolato