MARCO GIOVANNETTI. «PIANGO DI DOLORE, MA SONO UN CICLISTA, NON POSSO ALZARE IL BRACCIO»

LETTERA APERTA | 31/10/2020 | 12:33
di Marco Giovannetti

Andrà tutto bene. E si, come no. Certo, lo speriamo tutti, un giorno tutto questo sarà finito. Quando, come e a che prezzo? Questo non ci è dato saperlo. Andrà tutto bene, si forse ma nel frattempo risparmiateci i vostri slogan da baci Perugina. Quello che vi proponiamo è uno sfogo. Non è quello di un uomo che non ce l’ha fatta o non ce la fa, ma di un uomo che come tutti noi sente di essere finito protagonista di un bruttissimo film di fantascienza e, invece, è ultrarealtà. È un amico del ciclismo, il suo nome è Marco Giovannetti oro a Los Angeles nel 1984, vincitore di una Vuelta, professionista dall’85 al’94, anni nei quali ha vestito le maglie di Ariostea, Gis Gelati, Seur, Gatorade, Eldor e Mapei. Campione d’Italia nel 1992, terzo al Giro d’Italia del’90 alle spalle di Bugno e Mottet, da diversi anni è albergatore. Questo è lo sfogo di un uomo che non ha né coraggio né paura, ma è semplicemente un uomo.


 


Sto passando mesi veramente difficili.
Questo virus mi sta davvero destabilizzando. Tutte le certezze svaniscono, tutto diventa complicato; non ci capisco più niente. Le preoccupazioni si moltiplicano, i ponti diventano salite lunghe e dure, la salita non finisce mai e le cadute continue diventano traumi.. mi rialzo sempre con più fatica.
Nel cervello mi s'insinuano atroci dubbi: chi di così potente ce l'ha con me ?? perché mi capita tutto questo?? cos'ho fatto??
Poi mi capitano cose impensabili , con la probabilità di 1 su 10.000 e  ti chiedi : ma come è possibile che mi sia successa??

Uno, due , tre , quattro...cinque problemi che si susseguono, si accavallano. Urlo al cielo "bastaaa" , mi scopro fragile, impotente; la rabbia mi esce da tutti i pori , dalla gola. Urlo , picchio i pugni sul muro , batto la testa sulle porte , urlo di rabbia , ancora , ancora .....
Poi...respiro , profondamente.

Respiro profondamente, mi calmo e piango. Sì, piango , ma non è debolezza, ho solo bisogno di sfogare la mia delusione, ho bisogno di toccare il fondo , come quando cadevo in bici: ho bisogno di sentire l'asfalto quanto è duro. Mi fa male , mi strappa la pelle ,  mi fa lividi in tutto il corpo, ma  serve ...... per potermi poi  rialzare .

Penso "sono fortunato", nonostante tutta la sofferenza psicologica, di salute sto bene , la mia famiglia sta bene , cosa voglio di più?! Questo tempo, questo lungo, difficile, durissimo tempo che sto vivendo, passerà ...... passerà.

La morte ...... mi deve trovare vivo.
Non posso, non devo arrendermi.
Non posso alzare il braccio,  chiamare l'ammiraglia e fermarmi sul ciglio della strada e ritirarmi.. se no la corsa finisce e perdo tutto; non posso perdere tutto !!!

Sono un ciclista. Non mi ritiro davanti alle difficoltà, fino che posso vado avanti. Sempre avanti. Barcollo ma non mollo , perché quando il gioco si fa duro .........

Spero che tutti quelli, che stanno vivendo queste sensazioni, trovino il ciclista che hanno dentro di sé.

Scusate lo sfogo

Marco Giovannetti

 

 

 

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COMMENTI
In che stato questo STATO
31 ottobre 2020 15:21 IlSerpe
Da sempre con una mano ti da e con una ti toglie , ma ora ti toglie e basta.

Caro Marco
31 ottobre 2020 18:41 maurop
Se gran parte dei tuoi problemi sono di natura economica visto il settore nel quale lavori io se posso ti consiglio di rovesciare la prospettiva: non sei fortunato, al contrario non hai avuto fortuna in questo caso, ma questo per dirti che non sei responsabile né tanto meno colpevole per le scelte imprenditoriali che hai fatto. Quello che è accaduto e sta accadendo era imprevedibile, non hai nulla da rimproverarti. Non so se questa consapevolezza può servirti a qualcosa, almeno credo a non dubitare della stima in te stesso che tutti noi e tutti quelli che ti conoscono non mancheremo mai di rinnovarti. Per il resto in bocca al lupo a te e a tutti quelli che stanno vivendo momenti difficili come i tuoi. Ciao, Mauro.

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