Anche Vincenzo Nibali è stato chiamato a dare la sua lettura dei fatti odierni in un intervento ai microfoni del Processo alla Tappa: «Ho saputo di quel che stava accadendo quando sono arrivato al foglio firma - ha spiegato il capitano della Trek Segafredo -, nessuno aveva parlato prima con me. È arrivata questa decisione, la motivazione vera non la so, ma mi hanno detto che è presa dal CPA (il sindacato mondiale dei corridori, ndr). Il mio compagno di squadra Julien Bernard mi ha detto che aveva già sentito qualcosa ieri sera, ma si trattava solo di voci e noi siamo arrivati alla partenza ben vestiti, pronti a fare la tappa per intero e a prendere la pioggia: per questo ieri sera ci eravamo alimentati per affrontare sei ore di bici in una giornata come questa. È stata una decisione strana, difficile dire se sia stato giusto o meno. Ceryo che abbiamo corso in condizioni più estreme. E comunque credo che una chat di Telegram non sia il posto giusto per discutere questioni tanto importanti e prendere decisioni simili».