Questo Giro d’Italia sta lasciando spazio ai giovani e in mostra vuole mettersi Stefano Oldani, il neoprofessionista ventiduenne della Lotto-Soudal. Stefano, cresciuto sotto l’ala protettiva di Ivan Basso e Alberto Contador, è al suo primo grande giro e spera di poter ottenere presto un risultato importante.
Questo è il suo primo grande giro e lo corre in Italia. Che effetto le fa?
«Un effetto bellissimo, questa è la nostra corsa e anche da casa tutta la famiglia mi sta guardando. E’ impossibile spiegare le emozioni che si provano a correre su queste strade. Ringrazio la mia squadra per avermi dato questa possibilità».
Quali sono i suoi obiettivi?
«La squadra non mi fa pressioni e principalmente il mio compito è quello di proteggere Harm Vanhoucke, che attualmente è al settimo posto della classifica generale. Anche lui è molto giovane ed è un ottimo corridore».
Le piacerebbe portare a casa un risultato personale?
«Nella quarta tappa ho fatto un sesto posto di cui sono soddisfatto. Aveva vinto Demare davanti a Sagan e Ballerini e per essere al mio primo giro penso che sia già un buon inizio. Se dovessi tentare di fare qualcosa su una tappa penso a quella di Rimini che si addice alle mie caratteristiche.».
Parlando di giovani lei conosce Almeida, l’attuale maglia rosa, visto che avete corso insieme, anche se non nella stessa squadra. Cosa può dirci di lui?
« Sì, lo conosco bene, abbiamo la stessa età quindi ci siamo incontrati in diverse gare e poi anche in un ritiro ci siamo incontrati e l’ho conosciuto meglio. Lui va forte a crono e in salita è fortissimo. Lo scorso anno abbiamo fatto diverse gare insieme ma anche da juniores ci siamo affronttai. Ha corso con l’Unieuro il primo anno da under23, una squadra italiana, poi alla Hagens Berman Axeon dove c’è il figlio di Merckx. Questa è una squadra professional statunitense, quindi Almeida sa già muoversi tra i professionisti. Non va sottovalutato sa cosa fare».
Lei quest’anno ha saltato la Milano-Sanremo perché era in quarantena fiduciaria. Può spiegarci cosa è successo?
«Sono stato a contatto con un positivo prima della corsa. Nell’albergo dove stavo, c’era stato un caso positivo di Covid-19 e la squadra mi ha mandato immediatamente a casa. Sono stato messo subito in quarantena fiduciaria e il team mi ha mandato il medico a casa per fare i tamponi. Stavo da solo nella mia stanza, sempre con la mascherina senza avere contatti con i miei familiari. Poi i tamponi hanno dato esito negativo e ne ho fatti altri anche dopo».
Come si stanno svolgendo i controlli al Giro?
«Siamo dentro le nostre bolle di sicurezza, non abbiamo rapporti con persone al di fuori della squadra, neanche con amici o parenti. Abbiamo fatto un tampone rapido quando siamo arrivati a Palermo e domenica sera alle 21 ne abbiamo fatto un altro, ma non era quello rapido, ci è stato detto che questi erano i tamponi che voleva l’UCI e i risultati ancora non li abbiamo».
Domenica c’è stata una tappa difficile, con arrivo a Roccaraso. Com’è andata?
«Ho dovuto aspettare Harm che si è trovato in difficolta. E’ stata difficile come frazione in particolare per il freddo che sentivo e per la pioggia. Per sollevarci il morale in corsa pensavamo al giorno di riposo».
Come ripartirà questa seconda settimana?
«L’affronteremo giorno dopo giorno. C’è l’autunno e il tempo che cambia e poi le tappe è bello scoprirle un poco alla volta».
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