A come Almeida. Nel senso di Joao, maglia rosa del Giro. Fin qui la principale sorpresa della corsa: è talmente inedito da dover spiegare a chi non lo conosce che Joao è il suo nome, non un saluto. Anche lui non conosce i suoi limiti: a chi gli chiede dove voglia arrivare, risponde ‘pensavo a Milano, come gli altri’. Ventidue anni, come tutti i portoghesi è condannato a sentirsi chiedere di Ronaldo: lui risponde di ammirare CR7, anche se non lo conosce di persona, ma si augura che presto spunti un JA1, cioè lui medesimo. Come succede ai nuovi personaggi, è già stato vivisezionato nelle sue passioni extra ciclismo: gli attribuiscono quelle per il gelato alla fragola e la mousse al cioccolato solo perché ancora non gli è stato chiesto cosa pensi della pizza, dei tortellini in brodo e della zuppa inglese. E’ appassionato di serie tv, la preferita è Fast & Furious, cosa che un po’ preoccupa il suo ds Davide Bramati: fin qui l’ha visto veloce, di ritrovarselo furioso farebbe volentieri a meno. Joao è uno che non ha paura del vento e ha già confessato che il suo sogno sarebbe volare: deve averlo saputo anche McNulty, che alla maglia rosa ferma a bordo strada prima di Matera ha dato una spallata tale da farla quasi volare nel fosso. Ai microfoni di Stefano Rizzato, inviato Rai già ribattezzato ‘Pas mal’ per il modo in cui accoglie Demare quando vince (per i giorni in cui il francese non vince è già pronta la versione ‘Mal mal’), Almeida ha dichiarato che ‘voi non lo vedete, ma sotto la mascherina io sorrido’: ci sarà modo di rivelare che fa anche boccacce e pernacchie. Se gli parli di terza settimana, candidamente confessa di temerla: non per le salite, ma per la noia di vedere intorno a sé sempre le stesse facce. Intanto si gode la vita in rosa, collezionando le bottiglie di spumante personalizzate che gli vengono regalate per ogni giornata da leader: in attesa di fare la storia, comincia dall’Astoria.
F come frasi. Nel senso di espressioni linguistiche. Fonte inesauribile è la telecronaca tv, che racconta la tappa dal primo all’ultimo chilometro: chi la ritiene un’impresa, pensi a quelli che hanno il coraggio di ascoltarla tutta. Ognuno ha il suo stile: gridato o sussurrato, eccitato o tranquillo, farcito o vuoto, monocorde o vario, testa o croce. C’è chi è bravo a cogliere l’aspetto psicologico: Luca Gregorio, di Eurosport, nota che Brambilla da una caduta ‘si è rialzato piuttosto contrariato’, come se fosse abitudine dei ciclisti esultare dopo aver grattato il sedere in terra. E chi invece è più attento al territorio che attraversa: Andrea De Luca, della Rai, in Puglia sottolinea che ‘siamo nella zona della tarantella, oggi i corridori sono tarantolati’. Per fortuna non si passava da Moena, zona del formaggio Puzzone…
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