D come disperso. Nel senso di smarrito, non pervenuto. Dispersa è la voglia di render dura la vita a chi tenta di andare in fuga già in partenza: al Tour provano e riprovano prima di riuscirci, al Giro basta il segnale convenuto, in genere l’allungo di un Bardiani, di un Androni e uno Zabù, più uno straniero a scelta. Quando i fuggitivi se ne vanno, cioè subito, il gruppo si rilassa: c’è chi tira fuori sedie e tavolini, chi apre l’ombrellone e chi si incarica di prendere le ordinazioni per il bar. Disperso è stato per una mezz’ora anche Peter Sagan, subito dopo esser stato battuto allo sprint da Ulissi nella tappa di Agrigento: al passante che poi l’avrebbe aiutato, si è presentato dicendo ‘sono Sagan, mi sono perso’, sentendosi rispondere ‘si dice ho perso’. Dispersa sembra anche la voce dei corridori: forse per colpa della mascherina, è diventato difficile non solo parlare, ma anche borbottare, brontolare, per non dire protestare. Prima hanno digerito senza batter ciglio un tombino che ha messo ko Lopez e una borraccia che ha spedito a casa il superfavorito Thomas, poi hanno buttato giù senza fiatare una transenna piombata sulla testa di un paio di colleghi in corsa: quando si dice uno stomaco di ferro.
F come Frapporti. Nel senso di Marco, ciclista della Vini Zabù Ktm. L’unica squadra che in tv non viene abbreviata con la sigla degli sponsor, ma con una formula chimica: mentre l’Ag2r La Mondial è ALM e la Movistar MOV, la Zabù è THR, che sa vagamente di allucinogeno. Bresciano di Gavardo, Frapporti viene da una famiglia speciale, tre fratelli tutti ciclisti, che si chiamano come lui: Frapporti, non Marco. Ha iniziato ad andare in bicicletta perché il calcio gli ha voltato le spalle: quando provava a riportare pace nelle partite di pallone, gli amici lo allontavano dicendo ‘non frapporti’. Professionista da una dozzina d’anni, ha vestito le maglie di tutte le squadre italiane, Bardiani Csf, Androni e, adesso, Vini Zabù: oltre che professionale, è un corridore Professional. In Toscana, con l’attuale squadra, è diventato subito uno di casa: lo chiamando canticchiando ‘Frapporti un bacione a Firenze’. E’ un sognatore, come dichiara sui social: ha postato frasi d’autore come ‘il mondo è nelle mai di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni’ (P. Coehlo) o anche ‘Sognare non costa nulla. E provarci è gratis’ (M. Frapporti). Il giorno che posterà Marzullo (‘La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?’) sarà il segnale che è ora di smettere: di correre e di postare. A 35 anni non ha perso il gusto di andare in fuga: un anno fa lo faceva con Maestri e Cima, quest’anno col primo che capita, perché quando è ora di scappare non guarda in faccia a nessuno. Nella prima settimana ha già messo assieme quasi 400 chilometri all’attacco, ma ormai in gruppo non ci fanno più caso: sanno che in ogni compagnia c’è sempre chi è il primo ad andarsene.
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