Davide Cassani, sorride silenzioso, con un filo di emozione, mista a tensione che si intravede sul suo viso. All’Autodromo di Imola era nato il suo amore per il ciclismo, quando il papà lo portò a vedere il Mondiale del 1968, dove a vincere fu Adorni. Questa mattina dall’Autodromo riparte il Mondiale dei nostri azzurri. Da questo luogo, un po’ mistico e romantico, ma certamente ricco di storie che non passano mai, sentiremo suonare un inno e un nuovo corridore, indosserà la maglia più bella: quella bianca col l’iride sul petto. Questo non è un Mondiale qualunque, è il Mondiale di Imola, in Italia e in Emilia Romagna, dove il tecnico azzurro è nato e si è formato. Un Mondiale diverso, nato all’improvviso dopo l’emergenza Covid19 e la rinuncia della Svizzera.
“Siamo pronti, abbiamo riposato tutti la scorsa notte e abbiamo la tensione giusta”. Con queste parole semplici, Cassani si è aperto alla stampa, senza rivelare troppo, perché non è nel suo stile.
Il nostro cittì non vuole sbilanciarsi, non vuole dire il tipo di corsa che ha in mente e lascia spazio a più possibilità. “Non esiste una sola strategia da seguire in un Mondiale, le decisioni si prendono durante la corsa, in base a come si sentono i ragazzi e a quello che fanno gli avversari. Naturalmente abbiamo una nostra idea, ma vediamo cosa si potrà fare”. Davide e i suoi ragazzi hanno lavorato tanto e bene e la ricognizione del percorso è stata fatta. “Il percorso lo abbiamo già visto, non è facile ed è molto tecnico, ma siamo un bel gruppo. Non abbiamo un uomo tra i primi dieci favoriti e questo ci permetterà di fare una corsa tranquilla”.
La strada da percorrere è tanta e il meteo non aiuterà i corridori e, come sempre a vincere sarà uno soltanto. “Io mi sento sereno e anche i miei ragazzi lo sono e questo è molto importante. Adesso dobbiamo solo aspettare e far correre i ragazzi, solo alla fine potremo dire come sarà andata”.
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.