E’ lui il Grande Vecchio del ciclismo. Il più vecchio campione olimpico su strada: Melbourne, 1956, 64 anni fa. Il più vecchio campione del mondo professionisti su strada: Reims, 1958, 62 anni fa. E il più vecchio vincitore del Giro d’Italia: 1958, 62 anni fa. E lui, di anni, ne ha 87.
Ercole Baldini vive il Mondiale a 26 km in linea d’aria e di via Emilia (da Villanova di Forlì all’autodromo di Imola), diviso fra radio e tv, moltiplicato fra ricordi e riminiscenze, collegato soprattutto con telefonate, a cominciare da quella con Eddy Merckx. Un saluto, un augurio, un omaggio virtuoso, un abbraccio virtuale.
“L’elettrotreno di Forlì” (“Non fu questo il mio primo soprannome, ma ‘lo sputnik italiano’. Erano i tempi in cui i sovietici andavano alla conquista dello spazio”) era stato invitato a presenziare all’incontro nel Teatro Ebe Stignani di Imola con Francesco Moser, Gianni Bugno, Renato di Rocco e Beppe Conti (“Ma la sera ormai preferisco rimanere in casa”). Si concede qualche pronostico (“L’oro di Filippo Ganna l’avevo sperato e previsto, e c’è chi può testimoniarlo”), e fra un’attenzione al proprio museo (“Frugando negli armadi abbiamo trovato ancora piccoli tesori, come le scarpe usate in occasione del record dell’ora”), una passeggiata nel giardino (“E abbiamo anche un orticello”) e un caffè più torta con la delegazione per Tuttobiciweb (la fotografia è di Secondo Casadei), racconta vecchi e nuove storie.
“Un giorno ricevetti una telefonata da Dino Zandegù. Ercole, mi devi aiutare, comprami un po’ di vino, sennò mi licenziano. Gli risposi sì, dai, certo, mandamene un po’. Poco tempo dopo suonarono al cancello, fuori c’erano un camion e mezzo, carichi di scatoloni di Recioto e Amarone. Intasata la cantina, non sapevo più dove sistemarli. E nonostante mi sia impegnato, personalmente e anche con regali, ci sono ancora bottiglie da stappare. Fino a un certo punto il vino, invecchiando, migliora. Dopo quel certo punto, rischia di andare a male. E le ultime bottiglie, lo confesso, tradivano lo scorrere del tempo”.
Il tempo, si sa, è un tiranno. Baldini lottava contro i cronometri, adesso contro i calendari. “La verità – sospira - è che non si finisce mai di lottare”.
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