GIROU23. IL MORTIROLO (E NON SOLO) ULTIMO GIUDICE. LIVE

DILETTANTI | 05/09/2020 | 07:55
di Giuseppe Figini

E’ la tappa conclusiva di quest’edizione del Giro d’Italia Giovani Under 23 che ripropone in parte la sesta frazione dell’anno 2019 con partenza e arrivo a Aprica, oggi come allora. All’inizio del 2020, quando fu annunciato il percorso 2020 e, il Coronavirus, con tutti i suoi deleteri e tragici effetti non aveva ancora colpito e condizionato il mondo, sport compreso, era stata la riproposizione della tappa 2019 con il doppio passaggio del Mortirolo, sia da dal versante della Valcamonica, sia da quello della Valtellina nel finale.


Per seguire il racconto in diretta della tappa a partire dalle ore 12.10 CLICCA QUI
- Gli organizzatori del Giro U23 stanno poi sperimentando il Race Control Streaming, che si divide in tre fasi:


- Monitoraggio live della corsa tramite GPS, con i rilevatori di posizione sugli atleti di 3 team, sui titolari delle maglie di classifica e su alcune macchine di servizio; - Diretta Facebook con Radio Informazioni a partire da un'ora dal traguardo: - Diretta video su Facebook dell'arrivo, seguito dalle premiazioni e dalla conferenza stampa. Per saperne di più: https://www.giroditaliau23.it/racecs2020public/

In considerazione però dell’andamento della stravolta stagione ciclistica 2020, i responsabili dell’organizzazione hanno scelto di proporre – responsabilmente viene da dire – un solo passaggio di questo passo, il Mortirolo appunto,  assurto nel gotha delle salite simbolo del ciclismo con pagine storiche della corsa rosa scritte da vari protagonisti dopo il 1990, anno della sua “prima” nel Giro d’Italia dal versante più agevole, quello camuno.

Aprica, così come tutta la Valtellina, è terra d’elezione per gli amanti delle due ruote e dello sport, attività sempre più sostenuta e promossa dagli enti locali deputati alla promozione turistica territoriale.

Per la sua posizione nelle Alpi Orobie Aprica, notissimo e frequentato centro di villeggiatura estiva e invernale, è il punto di più agevole comunicazione, con l’omonimo passo, fra la Valtellina e la Valcamonica. E’ in provincia di Sondrio, subito al confine con quella di Brescia, in estesa e soleggiata conca con oltre 50 chilometri di piste per lo sci, vari sistemi d’innevamento artificiale e 17 impianti di risalita con forte portata e frequenza di corse. E’ quella del Palabione l’area sciistica principale, affiancata da quelle della Magnolta e del Baradello. Ha ospitato competizioni di Coppa del Mondo e varie altre manifestazioni internazionali. Vari impianti di tennis, golf, calcio, arrampicata e pesca sportiva, parapendio, mountain bike, trekking, assicurano la possibilità di soddisfare i più diversi gusti di vacanza attiva.

Di rilievo sono le specialità enogastronomiche del territorio con, in primo piano, i noti e gustosi pizzoccheri, pasta tipo tagliatella con farina di frumento e grano saraceno, conditi con i formaggi locali bitto o casera, patate, coste. Gustose sono anche le frittelle tonde di grano saraceno con cuore di formaggio filante, “sciatt” nel dialetto, ossia rospi per la loro forma, la famosa e gustosa bresaola locale, polenta in varie versioni fra le quali la “taragna” e la “bisciòla”, tipo panettone basso ripieno di frutta secca, burro, uova e miele. Ad accompagnare il tutto si propongono i noti e pregiati vini rossi locali quali Sassella, Inferno, Valgella, Sforzato.

Il Giro d’Italia ricorda la conclusione qui di storiche tappe. E’ Vittorio Adorni a inaugurare la serie nel 1962, il venezuelano Leonardo Sierra nel 1991 (in corsa era stato scalato per la prima volta il Mortirolo dal versante bresciano, più dolce), 1991 Franco Chioccioli, 1994 Marco Pantani, 1996 Ivan Gotti, 1999 lo spagnolo Roberto Heras, 2006 Ivan Basso, 2010 Michele Scarponi e nel 20015 lo spagnolo Mikel Landa.

La corsa parte in discesa, verso il fondovalle, superando i bivi di Carona e Stazzona, quest’ultima frazione di Villa di Tirano e raggiungere quindi, dopo avere toccato la sua frazione di Tresenda, nel fondovalle, sulla destra dell’Adda, colpita nel 1983 da devastanti movimenti franosi che causarono 18 vittime, il territorio di Teglio. E’ un importante centro di riferimento della media Valtellina e accreditato della referenza di “patria del pizzocchero”. Per raggiungere il centro di Teglio si propone una salita di circa km. 7,400, con pendenze impegnative, per il GPM di 2^ cat., quota m. 860, fra curatissimi vigneti e larghi panorami. Il comune comprende molteplici località e frazioni con interessanti edifici religiosi e civili. In origine era zona prevalentemente agricola con coltivazione di grano saraceno, detta anche “fraina” o “farina negra”, ingrediente base per pizzoccheri e altri piatti tipici del luogo e all’allevamento. Il settore terziario ha una vivace vitalità potendo contare pure su un turismo, in costante crescita, sia estivo, sia invernale. Diversi sono gli edifici religiosi e civili di specifico interesse distribuiti fra il capoluogo e le molteplici frazioni come il rinascimentale Palazzo Besta e la medievale “Torre de li beli miri”, simbolo di Teglio. Si scende, passando dalla sua frazione di Castionetto con possente torre, verso Chiuro, comune legato alla tradizionale lavorazione dei “pezzotti”, tappeti caratterizzati da vivacità e varietà di colori con accurati disegni geometrici. Si transita nel comune di Castello dell’Acqua, precisamente nella frazione di Cavallaro, per ripassare ancora nel territorio di Teglio, toccando le località di S. Giacomo, dove inizia la salita, passando per l’altra frazione di Caprinale Luscio, che conduce al GPM di 2^ cat. di Carona, altra frazione di Teglio, a quota m. 1057. Sono circa km. 11,500 di salita con pendenza costante di poco superiore al 7%.

Si scende ancora nel fondovalle, toccando l’ambito comunale di Aprica e di Villa di Tirano, per bivio Stazzona e Stazzona, e raggiungere quindi Tirano, popoloso centro e crocevia d’importanti vie di comunicazione e di storia, a soli 2 km. dal confine con la Svizzera, con il santuario dedicato alla Madonna di Tirano e capolinea della linea ferroviaria, ad alta quota, con visoni spettacolari, che collega Tirano, a Sankt Moritz, in Svizzera, la notissima Ferrovia del Bernina. Dal 2008 è inclusa nei patrimoni dell’umanità UNESCO per la bellezza paesaggistica e l’arditezza delle opere in alta quota. Notevole è il Palazzo Salis e l’elegante palazzo Visconti-Venosta, ora Quadrio Curzio, che con altri, abbelliscono Tirano, centro conosciuto anche per la lavorazione del peltro, con varie attività ricettive e commerciali.

E’ stata arrivo di tappa del Giro d’Italia per la prima volta nel 1967 con la vittoria del toscano Marcello Mugnaini, nel 2008 successo per Emanuele Sella, nel 2011 s’impone Diego Ulissi oltre a varie partenze e l’organizzazione diverse gare nazionali di differente tipo. Qui è fissato il traguardo Intergiro e dopo il passaggio dalla sua frazione di Cologna, si trova Sernio, e quindi Lovero, comuni con tipici edifici e quindi un passaggio nell’ambito comunale di Tovo di Sant’Agata, comune che propone una delle vie d’accesso al Mortirolo. La corsa raggiunge Mazzo di Valtellina, con interessanti edifici di varia tipologia, la “porta classica” della strada che sale al passo. Un tempo la località era prevalentemente sede d’allevamenti bovini e tradizionale agricoltura poi, dopo gli anni 1960, sono subentrate rilevanti industrie alimentari per la produzione della tipica e pregiata “bresaola” e coltivazione di mele.

Da qui si trova sempre e solo salita, poco più di km. 12 di lunghezza. E’ salita dura, durissima senza respiro, con pendenze costantemente sopra il 10% e punte attorno al 20%, fino ai m. 1854 del passo, GPM HC, ultimo giudice, e senz’appello, per la classifica finale del Giro d’Italia Giovani 2020. Una salita che ha sempre proposto grandi recite del ciclismo verticale con protagonisti di valore.

In vetta avviene il cambio di provincia, entrando in quella di Brescia e veloce discesa per la Valcamonica, su Monno, piacevole centro e trovare quindi Edolo, importante snodo di comunicazione e commerci per l’intero comprensorio con un’importante centrale idroelettrica. Nel 1997 la tappa del Giro d’Italia che qui terminò fu vinta dal russo Pavel Tonkov.

Si passa per la frazione di Cortenedolo e si transita per Còrteno Golgi e la sua frazione di San Pietro, salendo dolcemente dal versante bresciano. Il comune ha avuto una tradizione nell’estrazione e lavorazione dei metalli e in quella dei salumieri, specialisti richiesti in varie città italiane. E qui è nato (1843-Pavia 1926) Camillo Golgi, scienziato, medico e accademico, primo italiano in assoluto vincitore del premio Nobel nel 1906, che ha sempre mantenuto stretti rapporti con la terra d’origine. Nel 1956 il suo cognome fu abbinato ufficialmente a quello di Còrteno.

La corsa, dopo il transito nella sua frazione di San Pietro, approda di nuovo ad Aprica, sulla lunga e diritta via Nazionale, tradizionale, prestigioso e sempre imbandierato traguardo del ciclismo, a livello internazionale che festeggerà il vincitore assoluto e i protagonisti dell’importante rassegna mondiale delle giovani forze emergenti con la speranza per il futuro di non vivere altre annate tribolate e consegnare definitivamente agli archivi il dramma del Coranavirus per un futuro sereno, anche per le due ruote.

 

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