C’è chi fa il processo alle intenzioni o ricorre alla prossemica o interpretazione dei gesti che dir si voglia, per mettere in croce Davide Bramati e il ciclismo tutto che ormai vive solo e soltanto sul sospetto. Gianni Bugno non ci sta.
Il due volte iridato non parla da presidente mondiale dei corridori, ma da ex fuoriclasse del pedale, da appassionato, da ex soccorritore elicotterista del 118, che di incidenti gravi, gravissimi ne ha visti a bizzeffe. «Non è tollerabile fare questo processo alle intenzioni – spiega a tuttobiciweb il fuoriclasse monzese -. Non è bello né tantomeno giusto. Davide (Bramati, ndr) ha fatto quello che bisogna fare con qualsiasi persona che si trova in quelle condizioni. Ha tolto degli oggetti dalle tasche della maglia: e allora? Si deve slacciare il casco (cosa che Bramati aveva precedentemente fatto) e togliere tutto ciò che può impedire un buon posizionamento del ferito sulla “spinale”, la barella rigida. Io non ho più parole per esprimere la mia rabbia, ma non si può essere così prevenuti: il ciclismo merita rispetto. Il ciclismo merita anche un’informazione molto più corretta».