Patrick Lefevere è arrivato a Milano per guidare il suo team domani alla Sanremo ed è tornato a parlare di Fabio Jakobsen e della sua caduta in una intervista concessa a Sporza.be.
«La mia rabbia si è un po’ sbollita, ma resto sotto shock. Stamattina sull'aereo non mi sentivo davvero bene perché stiamo lavorando in circostanze difficili. I medici polacchi fanno un ottimo lavoro, ma nessuno di loro parla inglese e il nostro staff medico non può raggiungerli a causa delle regole anticovid. E poi l’ospedale parla prima con la stampa e poi con noi. Comunque pagheremo un traduttore e se dovremo portarlo dal chirurgo più costoso o più famoso del mondo, lo faremo».
E ancora: «Abbiamo sporto denuncia all'UCI, ma ora sappiamo che anche la polizia polacca ha avviato un'indagine. Subito dopo l'incidente hanno sequestrato la bicicletta di Groenewegen, ad esempio. Ora sappiamo cosa fare per tutelare i diritti di Fabio e della squadra: dobbiamo scrivere una lettera e inviarla al procuratore a Katowice. Fabio ha subito ovviamente dei danni e così noi come squadra. Penso che Jakobsen fosse sulla buona strada per diventare il miglior velocista del mondo ed avviato a firmare un contratto milionario. E ora? La squadra continuerà a pagarlo, ma cosa accadrà alla fine del suo contratto? Io dico solo che ho perso il mio sprinter, forse per sempre».
Sulla sicurezza degli arrivi, Lefevere dice: «Penso che dovrebbe esserci un consigliere, come in F1. Qualcuno che dica “questo non è possibile". Dovrebbe essere un consigliere neutrale per la sicurezza che possa anche dire quando qualcuno commette un errore nello sprint, ma il CPA ij questo campo non sta facendo nulla».
Infine una battuta su Groenewegen. «Sarà anche mentalmente distrutto, lo capisco, ma capisco anche che siamo di fronte ad un caso spinoso. Ho già ricevuto e-mail da avvocati che mi offrono i loro servizi spontaneamente. Questo la dice lunga…».
Lefevere è in Italia per la Milano-Sanremo: «Sinceramente per noi ora è meno importante. Abbiamo già vinto molto e la priorità ora è Fabio. Non è facile per i corrridori: se hai quell'immagine davanti a te, in discesa o in uno sprint sarai portato a frenare. Ci vuole tempo».
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