È breve, la storia della Strade Bianche femminile, appena 5 edizioni dal 2015 ad oggi, ma da subito l’Italia si è imposta, grazie ad Elisa Longo Borghini, che poi a Siena, ha vinto nel 2017. La piemontese nella prima edizione della corsa arrivò terza, dietro la statunitense Guarnier e la britannica Armitstead. Nel 2018 ancora terza e questa volta, la vittoria andò all’olandese Van der Breggen davanti alla polacca Niewiadoma. Per la ventinovenne di Ornavasso, le atlete da battere saranno ancora una volta le olandesi, ma lei questa corsa la conosce bene e la forza atletica, aggiunta all’esperienza della campionessa, la renderanno una delle avversarie e attaccanti più temibili di questa prova.
Lei è la miglior italiana da sempre in questa corsa, con una vittoria e due podi, come affronterà questa edizione così particolare?
“La voglia di vincere c’è ed è tanta, alle corse si viene per questo. Le avversarie sono veramente forti, sono realista e voglio rimanere con i piedi per terra, ma allo stesso tempo mi rendo conto di essere in una buona forma fisica e mentale e di poter far bene. Ogni gara ha la sua storia da scrivere diversa dalle altre e Strade Bianche 2020 ancora non è stata scritta”.
Strade Bianche viene definita una delle corse più difficili per le donne. E’ di questa idea anche lei?
“E’ una corsa che lascia aperte molte porte e che si adatta a diversi tipi di atlete. In questa corsa vanno bene sia le specialiste delle Classiche che le migliori delle corse a tappe, quindi a contendersi la vittoria siamo in molte. C’è un dislivello importante e anche se non è eccessivamente lunga, toglie molte energie e sarà importante respirare e gestire bene la corsa”.
In quale tratto del percorso ci sarà la selezione?
“Sicuramente nel tratto di sterrato più lungo. Saranno circa 9 chilometri dove la selezione sarà durissima. Poi il penultimo strappo in sterrato dove la corsa si accende ogni volta”.
Alcuni dicono che questa è una corsa che vinci da solo, altri sostengono l’importanza della squadra. Lei cosa pensa?
“Io sono fermamente convinta che la squadra in una corsa come questa sia fondamentale. Nel 2017 ho vinto perché una mia compagna di squadra mi ha dato la sua bici e penso che la squadra possa fare la vera differenza. Noi con la Trek-Segafredo abbiamo un team molto forte e questo è un valore in più rispetto ad altri”.
Le olandesi saranno sempre le uniche favorite?
“Loro vanno fortissimo, i risultati parlano da soli. La van Vleuten che ha vinto lo scorso anno sta andando molto bene e lo ha dimostrato già in queste prime gare in Spagna, dove ha vinto tutte e tre le gare. Anche la compagna Van der Breggen sta andando benissimo e aggiungerei anche la Vos. Loro sono le più forti, ma le corse sono fatte di tanti chilometri e può succedere di tutto”.
La stagione è ripartita a gare invertite, prima i grandi giri e poi le classiche. Quanto cambierà questo infatti di risultati?
“Il meteo avrà sicuramente molta importanza. Io ad esempio soffro molto il caldo e Strade Bianche in agosto per me sarà più difficile. Anche le Classiche potrebbero essere stravolte a causa del freddo e della pioggia. Dobbiamo adeguarci a questa nuova stagione, lamentarsi è inutile e dobbiamo pensare che siamo riusciti a ripartire. Nessuno sa cosa uscirà da una stagione così anomala”.
Quali saranno i suoi prossimi impegni?
“Farò il Giro dell’Emilia i Campionati Italiani e poi l’Europeo e il Tour de France”.
I controlli anti-covid sono molti e non potrete incontrare il pubblico. Come vi state adattando?
“Tutto sommato bene, è un po’ macchinoso ma si può fare. Noi saremo dentro delle sorte di bolle protette e quando saremo in gara non potremo avere contatti con nessuno, neanche con i parenti che verranno a vederci. In Spagna il pubblico si è comportato molto bene, ho visto che avevano piena coscienza del problema. Sono convinta che anche in Italia i tifosi saranno attenti. Voglio solo lanciare un messaggio alle persone che verranno a vederci: non chiedeteci selfie e non cercate di toccarci. Chiediamo questo per limitare i contagi e io lo chiedo in particolare perché in alcun modo vorrei essere un veicolo di contagio per le mie compagne di squadra e le persone che lavorano con noi”.
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