In vista del rientro agonistico, abbiamo intervistato i team manager delle tre formazioni Professional italiane, parlando con loro di ripresa ma anche della situazione generale del ciclismo, della Riforma, dello stato dell'arte. La seconda puntata ha per protagonista Angelo Citracca della Vini Zabù KTM.
La ripartenza è un mix di speranza e paura. In vista della ripresa dell’attività agonistica Angelo Citracca, general manager della Vini Zabù - KTM, prova contemporaneamente queste due forti emozioni che sono diventate familiari a tutti noi negli ultimi mesi.
«Li abbiamo vissuti aspettando, con poche certezze e un grande punto di domanda sulla fronte. Nel pieno della pandemia non sapevamo cosa sarebbe successo e tutt’oggi abbiamo ancora tante perplessità. Andremo a correre in Romania, al Sibiu Tour, il 23 luglio ma se saltassero fuori nuovi casi, che si farà? Si richiuderà tutto di nuovo? Temiamo che saltino gli eventi più importanti, quelli in programma più avanti, che salverebbero una stagione messa a dura prova da un nemico invisibile e inatteso che ci ha davvero messo tutti in difficoltà» racconta il tecnico romano.
«Durante il lockdown con i nostri ragazzi abbiamo mantenuto un contatto diretto, ci siamo preoccupati di fornire a chi non lo aveva il materiale per fare i rulli in casa, in più c’era il costante supporto medico così che, se qualcuno avesse dovuto avere qualche problema, lo avrebbe potuto risolvere tempestivamente. Considerato il difficile periodo da affrontare, abbiamo dato la libertà di scegliere come gestirsi, senza imporre tabelle di allenamento specifiche. Da quando è stato ridisegnato il calendario internazionale e si è potuti tornare ad allenarsi su strada, i corridori hanno ripreso a prepararsi a dovere per farsi trovare pronti quando sarà ora di riattaccare il numero alla schiena, come è giusto che sia».
Cosa non ha funzionato? Citracca ha le idee chiare al riguardo e non ha paura a esprimersi senza peli sulla lingua.
«Durante l’emergenza è mancata una presa di posizione dell’Unone Ciclistica Internazionale. Chi ci governa avrebbe dovuto prendere in mano la situazione e non aspettare lo sviluppo degli eventi: ma non avendo le idee chiare sul da farsi, come al solito, sono rimasti alla finestra ad aspettare. Purtroppo il sistema è questo, da anni è così e farà fatica a cambiare. Come si dice dalle mie parti “passata la festa, gabbato lo santo”, voglio dire che passata l’epidemia si ripartirà come prima. Ci si dimenticherà dei problemi emersi, quando invece sarebbe stato il momento buono di metterci a un tavolo e intraprendere una linea decisa su tante questioni che non funzionano, a partire dal World Tour che va ridimensionato. Perfino le grandi squadre hanno mostrato limiti evidenti».
Un tema che sta a cuore a Citracca è quello delle wild card: «Una priorità dal mio punto di vista è aumentare il numero degli inviti delle squadre alle gare, ma c’è mancanza di volontà e di capire i problemi. Bisogna dare alle società la possibilità di correre di più e accontentare gli sponsor, ancor di più in questo periodo durante il quale la visibilità è vitale per la sopravvivenza di molte di esse. Noi al momento, considerato anche che bisogna limitare gli spostamenti, ci affidiamo alla buona volontà della Federciclismo e all’Accpi, grazie a RCS Sport abbiamo ricevuto l’invito per la Tirreno-Adriatico e teniamo le dita incrociate per un’altra grande corsa come la Strade Bianche. L’UCI dovrebbe mandare un segnale agli organizzatori, ma non ci spero neanche un po’. Sono pronto a scommettere che passata l’emergenza, tornerà tutto come prima. Sicuramente noi squadre Professional da sole non possiamo cambiare le cose...».
La ripartenza non può prescindere dai nuovi protocolli sanitari.
«Non c’è equità tra quanto chiede l’Uci, a cui basta che il tampone sia fatto 10 giorni prima della gara, e quello che chiede il Ministero della Salute italiano, che ha pensato solo al calcio, prevedendo la ripetizione dei controlli ogni quattro giorni. Il problema, oltre che economico, è logistico e organizzativo. Dovremo cercare centri autorizzati in giro per il mondo e avere sempre con noi un medico responsabile Covid-19, quando i dottori sono già impegnati, averne uno che copra sempre l’attività non è scontato. Speriamo di poter affrontare appieno il nuovo calendario e che tutti stiano bene».
Le grandi ambizioni del team hanno tinte rosa e tricolori.
«Puntiamo al Campionato Italiano in Veneto con Giovanni Visconti e a vincere una tappa al Giro d’Italia che parte dalla Sicilia. Ci attendono quattro tappe a casa del nostro main sponsor, che non vediamo l’ora di vivere. Ci godremo la presentazione e i giorni di corsa in una terra magnifica. Speriamo che i titolari di Vini Zabù siano soddisfatti di come ci comporteremo così che... ci aumentino il budget per il 2021».
La preoccupazione per tutti i manager riguarda gli anni a venire più che il breve termine. «In tempi non sospetti avevo detto che il grande problema delle sponsorizzazioni sarebbe stato per la prossima stagione. Le aziende si stanno ristrutturando, la crisi economica conseguente alla pandemia impone riprogrammazione e tagli. Personalmente non abbiamo avuto problemi con gli sponsor maggiori, ma ritardi dei pagamenti e tagli dai piccoli sì. Vedremo nei prossimi mesi come si evolverà la situazione, che resta incerta e instabile, intanto restiamo tranquilli e ci concentriamo sulle corse. Al di là del nostro movimento, la situazione del mondo del lavoro è un’incognita. Sta ripartendo ma non sappiamo quanto durerà e con quanta solvibilità ci ritroveremo a dicembre».
Nel frattempo la formazione dall’anima siciliana ha annunciato un nuovo ingaggio: quello del velocista marchigiano Riccardo Stacchiotti.
«Era un rinforzo definito da tempo, ma la sospensione delle corse dovuta al coronavirus ha chiaramente posticipato il tutto. Crediamo molto in Riccardo che va ad occupare un tassello mancante nel nostro team e siamo sicuri che saprà farsi valere».
A lui come a tutti i suoi corridori Citracca chiede prima di tutto pazienza.
«Ognuno di loro vuole correre. In tanti sono in scadenza di contratto. Il calendario sarà quel che sarà, con tutte le limitazioni che dovremo rispettare non potremo svolgere quattro attività in contemporanea, quindi c’è chi dovrà attendere per dimostrare quanto vale. Le occasioni ci saranno per tutti, saranno tre mesi “a tutta”, l’importante sarà metterci il massimo impegno, come sempre».
Mentre chiacchieriamo al telefono, Angelo è in viaggio in Abruzzo, al suo fianco in auto c’è il fido Luca Scinto che risponde per lui alla nostra ultima domanda. «Il motto della Vini Zabù KTM 2020? Facile: a tutta, a testa bassa, senza mai voltarsi e menare. Alè, alè, alè!».
da tuttoBICI di luglio
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