Si è sciroppato in bicicletta la bellezza di 18 volte di seguito la salita della Roncola in Valle Imagna (dislivello di 9163 metri con la pendenza media del 7%), per un totale di 244 km tra ascesa e discesa, il tutto in 13 ore 18 minuti e 6 secondi. Il protagonista della difficilissima, bellissima e anche un po’ folle impresa è Stefano Baffi, ventidue anni il prossimo 10 agosto, Under 23 nel team brianzolo di Brugherio Cycling Development Guerciotti. L'Everesting è una sfida nella quale i ciclisti salgono e scendono una salita più volte, scalando in totale 8848 metri (l'altitudine dell'Everest, la vetta più alta del mondo situato nella catena dell'Himalaya). Nell’impresa dell’Everesting Roncola del 13 maggio, Stefano è stato accompagnato dall’amico bergamasco Matteo Fantoni, l’osiense del Velo Racing Palazzago.
«Siamo partiti di notte io e Matteo e ci siamo fermati solo qualche volta per mangiare qualche panino e delle barrette - racconta il cremasco “nipote d’arte” -. In totale ho consumato 8883 calorie, la velocità media è stata di 18,4 km /h con una potenza media di 166 watt. Siamo stati i primi Under 23 a fare questa sfida in Italia, davvero una gran bella avventura».
Baffi (nipote del grande ex professionista Adriano, ora ottimo direttore sportivo alla Trek-Segafredo) vive a Vailate nel Cremasco e come tutti ha passato la quarantena chiuso in casa.
«All’inizio è stato difficile perché sei abituato a muoverti in strada e sui rulli era durissima - spiega Stefano -, dopo un po’ ti stancavi e guardare il computer o il muro di casa non è il massimo... Non ho fatto gare con le varie piattaforme abbinate ai rulli, non mi interessavano molto, seguivo i programmi di allenamento che mi dava Matteo Azzolini (tecnico sportivo del Centro Ricerche Mapei, ndr). Poi, non sapendo quando si ricomincerà effettivamente a correre, ho fatto più che altro lavori di fondo e di forza, cercando di non mettere chili superflui».
Come è stato ritornare ad allenarsi in strada a inizio maggio?
«E’ stato davvero molto bello, riprovare a sentire il vento in faccia è tutta un’altra cosa. Di solito mi alleno nella bergamasca, non lontano da casa, Brembate punto di partenza e poi si va in Roncola, o al Selvino o altre salite della zona. Adesso si può andare anche in più atleti, sempre seguendo le regole stabilite dal protocollo, e col gruppo Whatsapp di corridori ci si mette d’accordo per andare a volte tutti assieme. Vengono anche diversi professionisti, più spesso Luca Pacioni, ma anche Simone Consonni, Fausto Masnada e altri».
E’ il tuo ultimo anno da Under 23 e, sempre se tutto andrà bene, avrai poco tempo per metterti in mostra. Però se viene attuata la nuova regola che congela la stagione avresti a disposizione anche il 2021...
«Se passa questa regola andrebbe benissimo per me. Quest’anno non dico che è buttato via, ma non è che quando si ripartirà avremo tanto tempo e gare per emergere».
Le ultime due vittorie su strada da juniores nel 2016, come mai questo lungo digiuno?
«Sono passato nei dilettanti con il Team Colpack e ho avuto parecchia sfortuna: prima la mononucleosi e poi due volte sono caduto rompendo la clavicola. Ho perso tantissimo tempo senza correre e quando l’ho fatto giustamente ero al servizio dei tanti ragazzi fortissimi della squadra. Adesso alla Cycling Development Guerciotti ho trovato la giusta dimensione e ho ritrovato buone sensazioni. Sono sempre stato un corridore “generoso” sin nelle giovanili, ho perso un po’ di “malizia” che sto ritrovando per poter tornare a vincere. Il mio obiettivo è sempre quello di arrivare tra i professionisti: quando mi alleno con loro e vedo che non mi staccano, è un grande stimolo e mi fa capire che ce la posso fare a raggiungerli...».
da il Giornale di Treviglio
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