Le colline ed i duri strappi del versante adriatico, le grande salite alpine ed infine la cronometro pianeggiante di Milano: sabato si è conclusa la prima edizione del Giro Virtual, manifestazione organizzata da RCS Sport con l'Astana Women's Team capace di mettersi in evidenza nella Pink Race. Le sette tappe, due a settimana, si sono disputate sulla piattaforma virtuale di Garmin ed i percorsi sono stati selezionati tra quelli che erano stati previsti per il Giro d'Italia maschile prima del rinvio per il coronavirus Covid-19: le atlete hanno dovuto testarsi su salite davvero impegnative come Madonna di Campiglio, Laghi di Cancano, Monginevro e Sestrière, ma ogni giornata di gara presentava le sue insidie proprio come una vera gara a tappe.
Nell'arco delle sette tappe in programma per l'Astana Women's Team si sono alternate sui rulli la vicentina Katia Ragusa, la colombiana Liliana Moreno, l'ucraina Olga Shekel e la messicana Yareli Salazar: encomiabile l'impegno di tutte e quattro, con Ragusa pronta a mettersi in gioco in tutte e sette le tappe, con Shekel capace di attrezzarsi in tempi ristretti e con gli ostacoli del periodo, con Moreno e Salazar che addirittura sono state disponibile ad alzarsi nel cuore della notte per gareggiare in orari a loro sfavorevoli.
L'adattamento ad una nuova realtà ancora poco conosciuta da atlete e staff ha portato inevitabilmente ad alcune difficoltà iniziali che hanno condizionato in negativo la classifica generale, ma nel finale del Giro Virtual l'Astana Women's Team ha saputo andare a cogliere anche qualche bella soddisfazione in termini di risultato: la coppia Ragusa-Moreno ha infatti trionfato prima nella tappa del Sestrière, poi in quella conclusiva di Milano.
«La prima tappa del Giro Virtual è stata anche la mia prima esperienza in una gara sui rulli - ha commentato Katia Ragusa - e quindi non sapevo neanche bene cosa mi potesse aspettare: qui ho capito che queste competizioni sono anche più dure che quelle reali, psicologicamente e per la durezza dei percorsi. È stato produttivo perché in un allenamento normale sui rulli non riesci ad "andare oltre", lo stimolo della gara invece mi ha fatto dare di più. Devo dire che le gare su strada mi mancano molto, ma alla partenza delle tappe del Giro Virtual le sensazioni erano simili a quelle di una gara normale: è stato un mettersi in gioco continuo, però un'esperienza che considero molto positiva».
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