André Cardoso, corridore portoghese squalificato per quattro anni a causa di una positività all'EPO, continua a sostenere la sua innocenza e ha portato il suo caso di fronte a TAS. Nel corso di un'audizione pubblica presso il tribunale internazionale dello sport, Cardoso ha ripetuto di non aver mai assunto sostanze dopanti.
Ricordiamo che il corridore è risultato positivo all'EPO in occasione di un controllo fuori competizione nel giugno 2017, quando era sotto contratto con la Trek-Segafredo. Nonostante il campione B non abbia confermato la positività, il corridore non ha mai potuto rientrare alle corse ed è stato squalificato per quattro anni. Durante la seduta, l’avvocato di Cardoso ha affermato che l'eccessivo consumo di alcol sarebbe la causa del suo test positivo.
Da pare sua, l’UCI continua a rimanere convinta della positività del corridore: «Il test positivo iniziale è stato cristallino» ha ribadito Günter Gmeiner del laboratorio antidoping di Seibersdorf ì, accreditato dalla WADA. E parla di “degradazione del campione” per spiegare la differenza del risultato delle controanalisi.
La sentenza del TAS è attesa tra qualche settimana.