Facendo seguito alla nascita dei primi otto Women’s WorldTeams, l’UCI ha deciso di incrementare il programma antidoping destinato a questa nuova categoria.
Il protocollo, definito e applicato dalla Fondazione Antidoping del Ciclismo (CADF), prevede innanzitutto uno sforzo economico congiunto: ogni squadra verserà 10.000 euro e altrettanti ne verserà l’Uci per ciascun team per un totale di 20.000 a squadra (160.000 euro complessivi). Questa cifra permetterà di estendere il numero delle atlete inserite nel Gruppo RTP (pool test registrati).
Il numero di queste atlete salirà a 53 con un minimo di tre atlete per squadra, contro le 29 della passata stagione (90 i prelievi effettuati per queste atlete).
I ciclisti e le cicliste appartenenti al gruppo RTP sono obbligati a fornire informazioni di localizzazione che permettono controlli a sorpresa, che possono essere effettuati anche dalle singole Organizzazioni Nazionali Antidoping.
Si tratta di numero destinati a crescere: nel 2021 è prevista la presenza di 12 WorldTeams per un minimo di 65 atlete nell’RTP e nel 2022 un numero di 15 WorldTeams per 74 atlete.
Il rafforzamento del dispositivo dedicato agli UCI Women’s WorldTeams comprenderà anche controlli effettuati nelle corse del Women’s WorldTour; controlli ematici per il passaporto biologico; controlli ai camp di allenamento; conservazione a lungo termine dei campioni.
Il presidente dell’UCI David Lappartient spiega: «L’aumento significatico delle risorse per l’UCI Women’s WorldTeams è una nuova tappa importante nel quadro dell’impegno dell’UCI a favore di uno sport pulito e della lotta contro gli imbroglioni. Assicurare la reputazione del ciclismo ha un costo ma... non ha prezzo».
comunicato Uci
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