Nella lunghissima storia della Lotto Soudal sono stati solamente due i corridori italiani che hanno militato nel Team, Dario Cioni e Stefano Zanini. Ma dalla prossima stagione un terzo italiano approderà al team belga: il neoprofessionista Stefano Oldani.
Nato il 10 gennaio 1998, tra gli Under ha corso prima nel Team Colpack, per passare poi alla Kometa Cycling Team. Con la maglia del team di Contador e Basso ha ottenuto piazzamenti nella top ten al Tour di Antalya, alla Vuelta in Castilla y León, al Giro di Ungheria e al Tour de l’Avenir.
In vista del debutto è grande l’emozione per il talentuoso Oldani che vive a Busto Garolfo, alle porte di Milano: «Nei prossimi due anni vorrei crescere e imparare il più possibile dai grandi campioni con cui correrò. Quando poi avrò carta bianca mi piacerebbe potermi togliere qualche soddisfazione, ma non ho fretta. La strada è lunga però sono certo che questa squadra mi darà dei grandi insegnamenti a livello sportivo e non solo. Mi aiuterà a crescere e maturare sia come corridore che come uomo».
Qual è il suo primo ricordo legato al ciclismo?
«Faccio fatica a ricordare con precisione, ma direi la mia prima bicicletta, una Colnago rossa. Diciamo Colnago, probabilmente era solo un adesivo su una bici rossa...».
Alla vigilia dell'esordio, qual è il sogno più grande?
«Diventare un campione e vincere qualche corsa importante, una di quelle che possono cambiarti la carriera. Ad oggi faccio fatica a dire con precisione quale corsa perché come corridore non ho ancora una specializzazione ben chiara. Non so se sono atleta da classiche o da grandi giri, ma il tempo mi aiuterà a capire su quali corse potrò puntare maggiormente».
Qual è invece il suo più bel ricordo sin qui?
«Nel mio cuore c’è la vittoria del Campionato Italiano a cronometro individuale nel 2016, a Romanengo. Una vittoria che porterò per sempre con me, anche perché inaspettata, al mio secondo anno tra gli Juniores. Non pensavo di andare così forte. È un momento che ricorderò sempre con grande piacere».
Da dove inizia il suo 2020?
«Debutterò alla Challenge Mallorca, a Palma di Maiorca. Sono al settimo cielo, non vedo l’ora di incominciare la stagione».
Ad un mese dall'appuntamento, come si immagina il suo debutto tra i grandi?
«Non so, fatico ad immaginare. Inizio con una corsa che penso possa essere alla mia portata. Farò sicuramente molta fatica perché la prima corsa non è mai semplicissima. È dura ricominciare, ma non mi spaventa, anzi... Per ora sono tranquillo, un po’ di ansia mi verrà a ridosso della corsa. Diciamo che adesso mi concentro più sugli allenamenti».
Se non fosse diventato ciclista, sarebbe stato?
«Bella domanda, non ci avevo mai pensato sino ad ora... Sinceramente non lo so, anche perché ho passato tutta la mia vita in sella alla bici. Con certezza posso dire che mi sarei dedicato a qualche altro sport, non mi piace stare fermo. Sono un ragazzo dinamico. Poi, che dire, lo sport è proprio una grande palestra di vita».
A chi vorrebbe dire grazie?
«In primis alla mia famiglia, mi è sempre stata vicina e mi ha supportato in tutte le decisioni. Poi ringrazio le squadre in cui ho militato fino ad oggi. Se sono arrivato fin qui sicuramente è anche grazie a loro».