Manuel Belletti, romagnolo di Sant’Angelo di Gatteo, classe 1985, è uno dei “grandi vecchi” della Androni Giocattoli Sidermec. Alla corte di Gianni Savio è passato professionista nel 2008 e ha corso l’anno successivo, poi è tornato nel 2014 e quindi nel 2018.
Per Belletti la formazione rossa e bianca, campione d’Italia, è come una famiglia: «Sono molto contento di poter correre anche nel 2020 in quella che per me è come una seconda famiglia. Mi trovo benissimo. La prossima stagione sarà la mia 14esima da professionista, fisicamente sto bene ma mentalmente inizio ad accusare un po’ di stanchezza. So che non avrò ancora molte stagioni davanti, cercherò di dare il massimo con la speranza di raccogliere qualche bel risultato».
Un passo indietro: che voto dà al suo 2019?
«Direi 6.5, una sufficienza piena. La stagione non è andata male. Ho vinto tre corse: la seconda tappa al Giro di Sicilia, la prima tappa al Tour de Bretagne e la prima tappa al Giro di Ungheria. Non posso lamentarmi, anche se nelle gare di fine stagione non sono riuscito ad ottenere i risultati che speravo, soprattutto alla Coppa Bernocchi dove sono rimasto coinvolto in una caduta a 400 metri dal traguardo».
Qual è il suo più bel ricordo di quest’anno?
«Sicuramente la vittoria al Giro di Ungheria. L’ho dedicata ad un mio caro amico, scomparso poco prima: lo scorso anno, quando ho vinto la classifica generale proprio in questa corsa, aveva gioito tantissimo per il mio risultato».
A Cesenatico ospiti di Pino Buda, patron di Sidermec, il primo mini raduno. Ora state lavorando a Benidorm: come procedono le cose?
«Ci stiamo allenando molto bene. In questo periodo dell’anno, grazie alle temperature più miti, da queste parti si lavora meglio che a casa. Non ha piovuto neanche un giorno, fortunatamente. Faremo rientro a casa il 23 dicembre».
Da dove inizierà il suo 2020?
«Come nelle stagioni precedenti inizierò dalla Vuelta a San Juan, in Argentina. Spero però di poter essere più fortunato visto che nelle due edizioni precedenti mi sono rotto le costole».
Quali sono gli obiettivi per la prossima stagione?
«Nessuno in particolare, ma è chiaro che mi piacerebbe poter vincere il più possibile. Mi auguro soprattutto di poter vivere una stagione lineare, senza troppi intoppi».
Ha un sogno nel cassetto?
«Sono troppo vecchio per i sogni nel cassetto - ride. Spero molto nell’invito alla corsa rosa, soprattutto perché ci sono tre tappe sulle strade di casa, in Romagna. E lì mi piacerebbe poter lasciare il segno. Un sogno l’ho già realizzato nel 2010 quando ho vinto la 13esima tappa al Giro d’Italia, la Porto Recanati-Cesenatico. L’anno prossimo, esattamente a dieci anni di distanza, la 12esima frazione avrà partenza e arrivo a Cesenatico. Forse è un segno del destino, anche se il percorso non è adatto alle mie caratteristiche. Ma il giorno prima, con la Porto Sant’Elpidio-Rimini, potrei tornare a vincere sulle strade di casa… Chissà, di certo sarebbe sicuramente una gioia immensa».
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