Laureando in Scienze Storiche dei Beni Culturali all'Università di Siena, Tommaso Fiaschi pedala verso la sua quinta stagione tra i dilettanti, la prima con la categoria degli Elite. Toscano di Poggibonsi, dove è nato Alberto Bettiol, vincitore quest'anno del Giro delle Fiandre, Fiaschi si è lasciato alle spalle un 2019 in cui ha difeso i colori della Continental Beltrami TSA Hopplà Petroli Firenze.
E' stato protagonista al Criterium di San Juan, in Argentina, precedendo in volata due atleti della Israel Cycling Academy, l'austriaco Matthias Brandle e il neozelandese Hamish Schreurs. Poi ha replicato nel Gran Premio Sportivi di Poggio alla Cavalla (Pt) che ha vinto per il secondo anno consecutivo. Sono arrivati anche il secondo posto nel Trofeo Papà Cervi di Gattatico e il terzo nella Milano-Busseto, mentre non è andata come sperava al Giro d'Italia Under 23 dove si è fratturato il gomito nella tappa con arrivo in quota al Passo Maniva.
Fiaschi ha scoperto la bici grazie al padre Massimo (ex dilettante) che insieme alla madre Stefania lavora presso la Polizia Penitenziaria. In famiglia c'è anche Matteo, 17 anni tesserato fra gli Juniores. Tommaso passerà il prossimo anno alla Zalf Euromobil Désirée Fior.
Cosa ne pensi del momento del ciclismo italiano?
«Negli ultimi anni ci siamo risollevati parecchio, soprattutto per quanto riguarda il ciclocross e la categoria degli Under 23 come dimostra il mondiale vinto da Battistella».
A quale età hai cominciato a correre?
«Ho iniziato a 9 anni, da G3 con la Abitare Cornici Pedale Certaldese. Avevo una bici Simoncini di colore giallo».
Il più forte corridore di tutti i tempi?
«Gino Bartali perché è toscano, ed è grazie alla sua figura che mi sono appassionato».
Segui altri sport con la stessa passione del ciclismo?
«Il calcio, sono tifoso della Fiorentina».
I tuoi peggiori difetti?
«Sono timido e un po’ pessimista».
Altruista o egoista?
«Egosita».
Cosa leggi preferibilmente?
«Testi che riguardano l'università che sto frequentando».
Cosa apprezzi di più in una donna?
«Il carattere e gli occhi».
Sei social?
«Non proprio, osservo senza chattare».
Cosa cambieresti nel ciclismo di oggi?
"Essendo io un dilettante, valorizzerei di più la categoria degli Elite che in questi ultimi anni è stata abbandonata a se stessa. Ci vorrebbe inoltre una migliore promozione nelle categorie di base».
Piatto preferito?
«Pizza».
Hobby?
«Calcetto».
La gara che vorresti vincere?
«Il Circuito del Porto».
Televisione, cinema o teatro?
«Televisione, in particolare i film».
I ragazzi di oggi con quelli di ieri: le differenze?
«La nostra gioventù è maleducata, sono maligni e queste brutte abitudini si manifestano anche nelle scuole. Non saranno mai come la gioventù di una volta».
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